Dopo la dichiarazione di dissesto votata dal Consiglio, è il Pd, per bocca del suo capogruppo David Bongiovanni, a lanciare per primo quella che sembra una proposta di governo di larghe intese. Un’idea che punta a coinvolgere tutte le energie positive della città, superando ataviche contrapposizioni politico-elettorali, per riportare il Comune al di fuori dal guado. Snodo essenziale di questo percorso inedito è, a secondo Bongiovanni, la rottura con il recente passato e l'immediato ritorno alle urne, al fine di sottoporre ai cittadini un progetto nuovo ed inedito di quelle forze politiche che dimostreranno la volontà di costituire un buon governo.
Le nuove prospettive emergono dalla dichiarazione di Bongiovanni il quale – dopo aver detto giorni fa che «la dichiarazione di dissesto rappresenta la certificazione del fallimento del progetto amministrativo della sindacatura Calabrò» – ieri ha parlato di “fase delicata” e di “nuova stagione”. Quindi un passaggio chiave: «Al netto delle responsabilità politiche che hanno portato al fallimento economico finanziario del Comune, bisogna ora prendere atto che, quella che si apre per la città, è una fase delicata, in cui non possono trovare spazio scontri politici come quelli degli ultimi tempi. I cittadini, che già vivono da oltre 5 anni una condizione di disagio assoluto, senza servizi degni e con imposte e tariffe ai massimi livelli, dovranno sopportare infatti anche un peggiore stato di fatto, per i prossimi 5 anni. E per questo – si spinge in avanti Bongiovanni – non si può rischiare di mancare l'obiettivo del risanamento e ritornare, tra 5 anni, nella stessa condizione. Indispensabile una nuova stagione, restituendo la parola agli elettori e provando, possibilmente, ad aggregare, superando divisioni e contrapposizioni del passato, quante più energie possibili nell'unico progetto di cui ha bisogno oggi la città: l'uscita dal tunnel del dissesto, per abbassare il carico fiscale e tornare a programmare il futuro, tra servizi e infrastrutture».
Bisognerà ora vedere se ci saranno reazioni di movimenti e formazioni politiche, oltre alle proposte che potrebbero arrivare dall'associazionismo, per la formazione di gruppi politici capaci di allearsi con quanti tenteranno la via di una coalizione alternativa all'attuale. Intanto interviene l'ex assessore alle Finanze Dario Paterniti, in carica nei primi 5 mesi di consiliatura, in relazione a “dichiarazioni virgolettate del sindaco Calabrò sulla questione del dissesto dichiarato dal Consiglio, che, se rispondessero al vero, sarebbero lesive della mia professionalità. Hanno profondamente turbato la mia sensibilità. Mi riferisco – prosegue Paterniti – all’indegno scaricabarile politico laddove viene asserito che «con il senno di poi avrebbe optato per il dissesto immediato dopo la sua elezione, riconoscendo l’errore di aver ascoltato l’ex assessore Dario Paterniti e le indicazioni del gruppo politico di Forza Italia capeggiato dall’on. Calderone». Orbene – afferma ancora l’ex assessore – Calabrò, politicamente non dice il vero. Egli, e quelli che lo hanno seguito su questo scellerato ragionamento politico, si nascondono nell'ipocrisia. Sono stati fatti tanti errori dall’attuale nuova maggioranza, per incapacità in primis del mio ex amico avvocato Calabrò e dalla macchina burocratica che in 3 anni non è riuscito ad efficientare; inoltre, mettere in relazione il dissesto alla datata rimodulazione del piano di riequilibrio 2020-2021 proposta dal sottoscritto nel breve periodo (5 mesi) in cui ho ricoperto la carica di assessore è, oltre che ingeneroso, falso e fuorviante dell’opinione pubblica. Posso affermare che, mentre nei mesi in cui ho prestato la mia opera (alcuni in pieno covid) la mia presenza è stata assidua, tra direttive e proposte di giunta, – afferma Paterniti –non posso dire lo stesso dell’avvocato Calabrò, spesso impegnato fuori dal Palazzo. Non rinnego la mia esperienza da assessore e da tecnico che sia pur breve mi ha consentito di avere risultati, soddisfazioni politiche e relazioni umane e professionali di primo ordine. Ricordo, anche, che al sottoscritto, nel marzo 2021 è subentrato Calabrò tenendo per sé la delega al bilancio, a lui ho consegnato consuntivo e bilancio correnti approvati e un piano rimodulato attuabile, tangibile e verificabile, con un mese di anticipo, come mi era stato chiesto in campagna elettorale. Il resto è solo un tentativo maldestro di sfuggire alle responsabilità politiche, certo non ascrivibili a me che nell’azione di contrasto all’evasione tributaria ho ricevuto a Barcellona anche minacce di morte e, che da tempo per altri incarichi non frequento più le stanze di palazzo Longano...»
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