Consiglio comunale di Messina, Cantello e La Fauci eletti vice d’Aula. Decisivi i voti del Centrodestra... e uno del Pd
Un Consiglio comunale a pieno regime, con 32 presenze su 32 ha scelto il suo vicepresidente vicario. Si tratta di Mirko Cantello esponente della Lega – Prima l’Italia. In seconda votazione, quando bastava la maggioranza dei votanti ha ottenuto 16 voti contro i 15 di Serena Giannetto. A completare la votazione una scheda bianca. 16 voti, invece, sono bastati a Giandomenico La Fauci per avere la meglio su Rinaldo (15 preferenze) in seconda votazione per la carica di vice presidente supplente del consiglio comunale quando ormai era tarda notte
I retroscena
Alla luce delle forze in campo su Cantello è arrivata la convergenza di tutto il centrodestra e, con ogni probabilità, anche di un voto del Pd. In prima votazione, quando servivano 17 preferenze, infatti, l’equilibrio l’aveva fatta da padrone con il centrodestra e i gruppi di Basile appaiati con 15 voti ciascuno per Cantello e per Giannetto. Il Pd ha scelto a fare da ago della bilancia con due preferenze per Calabrò. Una votazione arrivata a valle di una lunghissima serie di passaggi che hanno portato al successo del fronte del centrodestra che in questi mesi ha rovesciato i rapporti di forza in seno all’Aula. Una seduta che ha avuto un prologo piuttosto convulso ma su temi non intimamente legati alle due vicepresidenze. Ad animare il dibattito è stato Pippo Trischitta che ha sollevato, uno dietro l’altro, tre temi pregiudiziali. Il primo ha riguardato la nota delibera con cui i consiglieri hanno votato il raddoppio del valore dei gettoni di presenza. Ha chiamato in causa Libero Gioveni e una sua recente dichiarazione, che il capogruppo di FdI ha chiarito sgombrando il campo da ogni misunderstanding sulla opportunità ( e non sulla legittimità mai messa in dubbio) di alcune considerazioni. Seconda pregiudiziale, quella della valutazione se non fosse opportuno prendere in considerazione di effettuare una sola votazione per scegliere sia il vicario che il vicepresidente e non due come invece programmato. Sulla vicenda è intervenuta la Segretaria generale che ha interpretato il regolamento che recita: “Il presidente e i due vicepresidenti vengono eletti con separate votazioni” nel senso che i momenti elettorali devono essere tre e non due. «Viene meno il principio della rappresentatività dell’opposizione» ha controbattuto Trischitta che poi è passato alla terza pregiudiziale, mentre il resto dell’Aula rumoreggiava. L’attacco è stato sferrato a Maurizio Croce a cui è stato contestato che fosse mancato alle ultime sei sedute di consiglio senza una giustificazione. Trischitta ha chiesto alla segretaria se non ci fossero gli estremi per la decadenza e Rossana Carrubba ha, piuttosto, chiarito che il consigliere ha comunque 10 giorni per giustificare la contestazione che gli dovrebbe essere mossa. «Con 130 assenze in consiglio – ha chiosato Trischitta – la sua presenza oggi è un atto di arroganza politica». E per Felice Calabrò i tentativi del capogruppo di “Basile Sindaco” sono stati quelli di una squadra che prova a mandare la palla in tribuna solo per prendere tempo. A quel punto, dopo tre ore di “melina”, è scattato il voto.