Sarebbe dovuto essere un passaggio tecnico indolore e invece ne è venuto fuori un “caso” dagli sviluppi indecifrabili. Perché se su una delibera della Giunta che arriva in commissione per l’esame in vista del voto dell’Aula, l’opposizione cerca di intervenire per modificare, emendare, rivedere, analizzare l’atto nei minimi particolari, a volte, anche per tergiversare, siamo nei canoni dell’agone politico. Ma se a frenare la delibera, per giunta apprezzata dall’opposizione, è un consigliere “di governo” e non uno qualunque, ma il presidente del Consiglio, a Palazzo Zanca suonano le sirene della politica.
È successo mercoledì mattina durante il dibattito sulla proposta dell’assessore Roberto Cicala per la modifica del nuovo regolamento sul conferimento di incarichi ai legali esterni al Comune. La seduta stava scorrendo senza sussulti con l’esposizione del membro della Giunta e le istanze dei commissari, in particolare di Dario Carbone che ha proposto alcune modifiche.
Durante una pausa, Nello Pergolizzi, prenota l’intervento e alla ripresa arriva il colpo che ha spiazzato i più. Due gli argomenti. Il primo nei contenuti della proposta di regolamento. Secondo Pergolizzi i nuovi compensi previsti per i legali esterni del Comune sarebbero troppo alti. Fa qualche esempio legato alle cause al giudice di Pace e al Tar e poi, senza averlo preannunciato a Cicala, dice che andrebbe inserita nel documento la proposta, da esporre all’Ordine degli Avvocati di Messina, di una riduzione percentuale rispetto alle tabelle inserite nel regolamento.
L’assessore sicuramente stupito dal fuoco amico ha ribadito quanto detto in esposizione del regolamento cioè che «i nuovi parametri sono quelli dell’equo compenso previsto da una precisa norma nazionale alla quale occorre adeguarsi senza eccezioni». Pergolizzi fa riferimento ad un intervento in senso contrario del presidente dell’Anci De Caro. Fra i banchi dell’opposizione c’è chi sgrana gli occhi. «Ma Pergolizzi sta andando contro l’amministrazione?» si domanda qualcuno. E poi il presidente del Consiglio va oltre con una pregiudiziale. «Secondo me gli avvocati presenti in Consiglio (in quella commissione erano due, ma in Consiglio sono cinque, ndc), non possono partecipare alla votazione di questo regolamento per un interesse sull’argomento». L’assist è perfetto per Antonella Russo (Pd) che affonda il colpo. «Devo dire che il regolamento non era scritto male, avrei fatto qualche piccola modifica ma è stato fatto un buon lavoro. Non mi aspettavo l’intervento di Pergolizzi a cui ricordo che gli avvocati in consiglio non possono avere incarichi. Abbiamo mai avuto gli stessi dubbi su altre professioni o impieghi quando c’è all’esame un testo che li riguarda?» Russo chiede e ottiene una votazione per sospendere la seduta e far intervenire la segretaria generale che dovrà dirimere la pregiudiziale. In attesa del parere l’atto si blocca per almeno una settimana e l’imbarazzo nella maggioranza di Basile è palese.
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