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Messina, al Comune gettoni più "ricchi" per i consiglieri

Formalmente non c’è ancora nulla sul tavolo: nessuna proposta di delibera da sottoporre all’Aula. Ma nei corridoi di Palazzo Zanca si parla da tempo dell’adeguamento dei gettoni di presenza

Le indennità di sindaco, assessori e presidente del consiglio comunale sono aumentate quando ancora le urne erano “calde”: a giugno 2022 Federico Basile ha raccolto l’eredità di Cateno De Luca, poco più di un mese dopo la segretaria generale Rossana Carrubba ha formalizzato il “bonus” in busta paga.

Un aumento crescente, anno per anno, che toccherà il suo picco (13.800 euro per il sindaco, tutti gli altri a cascata) a partire dal prossimo mese di gennaio. Presto, però, sarà il turno anche dei consiglieri comunali, il cui gettone sarà rivisto, alla luce della stessa legge che ha ritoccato (e non poco) gli stipendi degli altri amministratori di Palazzo Zanca.

Quanto presto? È il punto di domanda a cui non segue, ancora, una risposta. Formalmente non c’è ancora nulla sul tavolo: nessuna proposta di delibera da sottoporre all’Aula. Ma nei corridoi di Palazzo Zanca si parla da tempo dell’adeguamento dei gettoni di presenza dei consiglieri comunali, anche perché qualcuno (anche all’interno della maggioranza) non ha gradito che alla rapidità con la quale sono aumentate le indennità di sindaco, assessori e presidente del Consiglio non sia seguita una tempistica pari per tutti i consiglieri. Ecco perché si parla di un patto non scritto, e che nessuno mai confermerà a voce alta, secondo cui una decisa accelerazione sarebbe arrivata una volta chiusa la partita – a cui l’Amministrazione teneva moltissimo – del doppio incarico di Salvo Puccio, direttore generale sia al Comune che alla Città metropolitana. Quella partita è stata chiusa la settimana scorsa, con l’ok del consiglio comunale ad un atto che, invece, a giugno era stato bocciato. Ora pare che gli uffici di Palazzo Zanca siano stati effettivamente investiti dalla questione gettoni di presenza, per provare a far quadrare i conti e capire in che termini l’adeguamento delle indennità influirà sulle casse comunali.
Occorre, però, fare qualche passo indietro, per ricostruire come si è arrivati a questo punto. Tutto parte dalla Finanziaria nazionale 2022, approvata dal Parlamento il 30 dicembre 2021. È quella la legge che stabilisce che dal 2024 le indennità dei sindaci vengano riviste e che, nel caso specifico, quelle dei sindaci metropolitani diventino uguali a quelle dei presidenti di Regione. In quella legge viene anche stabilito che l’aumento può essere graduale (adeguamento al 45% nel 2022, al 68% nel 2023) oppure integrale già dal 2022, «nel rispetto pluriennale dell’equilibrio di bilancio».

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