“Settembre, andiamo. È tempo di migrare”, scriveva il Vate, Gabriele D’Annunzio (e lo hanno preso alla lettera i nostri giovani “in fuga”...). L’inizio di questo mese è sempre stato un crocevia importante per le Amministrazioni comunali. Mentre l’estate volge al termine, l’agenda del Palazzo s’infittisce di temi, ordini del giorno, priorità ed emergenze. Ed è quello che attende anche la Giunta guidata da Federico Basile. C’è un luogo comune: si dice e si scrive sempre che sarà un “autunno caldo”. Ma forse mai come quello del 2023 lo sarà davvero, perché i punti di snodo sono parecchi, così come i fronti d’impegno per il sindaco, i suoi assessori, i consulenti e le società partecipate. Con l’imminente rientro nelle classi degli studenti e delle studentesse messinesi, tornano anche in primo piano le questioni dell’edilizia scolastica. In atto c’è il più imponente piano di riqualificazione e di messa in sicurezza degli edifici mai programmato negli ultimi decenni, e di questo va dato atto all’assessore ai Lavori pubblici e vicesindaco Salvatore Mondello. Ma è anche vero che gli interventi di ristrutturazione comportano disagi non indifferenti, vissuti dalla popolazione scolastica e da migliaia di famiglie. Il caso più eclatante è quello di uno dei plessi storici, la Cannizzaro Galatti che resterà chiusa per lunghi mesi, con il conseguente trasloco di tutti gli alunni, dei docenti e del personale Ata nelle sedi alternative individuate. Gli interventi riguardano anche altre scuole elementari e medie, e soprattutto Istituti di istruzione superiore tra i più popolati e prestigiosi della città, dall’Archimede al Maurolico. Bisognerà avere molta pazienza e pretendere, dalle ditte aggiudicatarie degli appalti, il rispetto dei tempi previsti in capitolato, perché i disagi e le sofferenze si accettano se si ha la certezza che le date di conclusione dei lavori non vengano rinviate “sine die”. Ma le prossime settimane, i prossimi mesi, saranno decisivi anche sul fronte della mobilità urbana, dove l’Amministrazione comunale si sta giocando, e si giocherà, la sua partita più coraggiosa, e anche la più incerta dal punto di vista del risultato finale. Coraggiosa, sicuramente, perché si sta portando avanti, con coerenza rispetto alle linee presentate anche in campagna elettorale e votate dai messinesi, una pianificazione, che si avvale di vari strumenti operativi e che è frutto di una visione unitaria. Una visione di cosa? Del futuro della nostra, come di tante altre città, della inevitabile necessità di adottare provvedimenti il più possibile stringenti contro l’utilizzo dell’automobile privata e di far di tutto per potenziare il trasporto pubblico; della necessità di adottare comportamenti virtuosi; della necessità di realizzare interventi, come le isole pedonali e le zone a traffico limitato, che servono non solo per meglio socializzare, ma che sono un passaggio ormai obbligato in tutti i centri urbani del mondo, nella lotta ai cambiamenti climatici. La riduzione delle fonti di inquinamento parte dalle città, così come gli interventi per ridurre le sempre più frequenti “isole di calore” durante la stagione estiva e per prevenire i disastri, sul fronte idrogeologico, della stagione delle piogge. È in questo scenario che s’inseriscono le iniziative e i progetti di forestazione urbana avviati dall’Amministrazione comunale. La partita è incerta perché, da un lato, ci sono le solite vecchie resistente di chi è refrattario al cambiamento ma, dall’altro, c’è anche la necessità che questa “rivoluzione” viaria in corso venga attuata spiegando con chiarezza quali sono gli obiettivi, non stancandosi di informare la cittadinanza, dialogando, confrontandosi e assicurando il più possibile qualità agli interventi in corso di realizzazione. Qualità nel decoro urbano, qualità nelle opere di arredo di strade, piazze e marciapiedi, qualità nell’organizzazione degli spazi esterni delle attività commerciali, qualità in ciò che dovrebbe essere uno dei punti fondamentali nell’amministrazione della città, quel “fantomatico” Piano del colore che a Messina non è mai stato attuato. Non si può tornare indietro rispetto al passato, con buona pace di chi ancora ha nostalgia per il Viale-corsia autostradale, per l’informe piazza Cairoli delle vecchie cartoline e per le centinaia di auto posteggiate nella piazza-parcheggio a cielo aperto davanti al Municipio. Ma il futuro va costruito bene, con criterio, non accontentandosi di soluzioni pasticciate. Ecco perché questa è la partita più importante che l’Amministrazione Basile è chiamata a disputare, sicuramente da qui al prossimo Natale. I mesi trascorreranno veloci e bisognerà capire quale ruolo la città intende svolgere, al di là delle giuste prese di posizione del sindaco, nell’altra sfida fondamentale per Messina e per l’intera Area dello Stretto: quella del Ponte. C’è chi continua a sfogliare la margherita, “si farà, non si farà mai”, ma nel caso in cui i proclami del ministro Salvini diventassero realtà, si avrebbe pochissimo tempo a disposizione per attrezzare la città in vista dell’apertura dei primi cantieri, che la legge approvata dal Parlamento fissa alla fine della prossima estate. Nel momento in cui sarà presentata la relazione di aggiornamento del progetto definitivo (scadenza, per la “Stretto di Messina”, entro il prossimo 30 settembre), dovrà avviarsi un’interlocuzione quotidiana tra la Città metropolitana e il Comune di Messina con il Governo nazionale, con la società incaricata di far costruire il Ponte e con la Regione siciliana. L’agenda di Palazzo Zanca ovviamente non si ferma qui. Ci sono cantieri strategici che entreranno nel vivo – uno per tutti, la demolizione degli edifici sulla cortina del porto, per fare spazio al nuovo I-Hub dello Stretto, il grande Polo dell’innovazione tecnologica –, c’è da portare a quota 70% la raccolta differenziata e da intensificare, con l’installazione di altre 1000 telecamere, la lotta senza quartiere a incivili e “zozzoni”. Ci sono i vari step, già stabiliti, lungo il cammino del Risanamento e dell’eliminazione delle baraccopoli. C’è il fronte della pulizia e riqualificazione dei torrenti, reso ancor più delicato dopo l’estate dei roghi che ha indebolito le difese naturali del nostro territorio e ne ha aggravato le condizioni di vulnerabilità. E poi le questioni più strettamente politiche. L’Amministrazione, che aveva la maggioranza in Aula e non l’ha più, dovrà cercare sempre più di trovare soluzioni di “buon vicinato” con le opposizioni consiliari. E non sarà facile. Da parte sua, il sindaco Basile farà una sorta di “reset” all’interno della sua squadra, per vedere si vi sono cose che non vanno, intoppi che possono essere rimossi. La ormai tradizionale “verifica” d’autunno? Una roba del genere. Porterà al rimpasto? Difficile dirlo ora, anche perché ufficialmente Basile continua a dirsi soddisfatto dell’operato di tutti gli assessori e dei presidenti delle società partecipate. Ma non è esclusa qualche manovra di aggiustamento, o di “irrobustimento” della squadra, da qui a Natale.