Carta canta, e se letta tra le righe, sullo sfondo, al di là del contenuto, sembra voler rimarcare l’evidenza citando il citatissimo rocker di Zocca, il grande Vasco Rossi esibitosi a Palermo in un trionfale concerto. I rapporti politici (e umani) nel Centrodestra, e all’interno della Giunta regionale, non “vanno al massimo”, e meno che mai “a gonfie vele”. La carta in questione è la versione rivista e corretta dell’emendamento alla Finanziaria bis presentato mercoledì scorso dal sindaco di Taormina, Cateno De Luca, relativo ai ristori per i Comuni che ospitano eventi e siti archeologici: un testo “bocciato” dal governatore Schifani e sul quale il presidente dell’Ars, Gaetano Galvagno avrebbe provato a mediare (sua sponte) con il beneplacito dell’assessore Marco Falcone, scatenando così il disappunto di Schifani, che avrebbe minacciato le dimissioni per la “trattativa” in corso, e acuendo le tensioni dello stesso governatore con Fratelli d’Italia e con il titolare dell’Economia. Ebbene, la nuova versione dell’emendamento è pronta per essere firmata dal numero uno di Palazzo d’Orleans, salvando l’obiettivo iniziale e consentendo alle Amministrazioni locali di intascare oneri fino al 10% derivanti dai proventi dei biglietti di ingresso nei luoghi culturali, fino a un massimo di 400mila euro annui e con copertura di 500mila euro prevista per l’esercizio finanziario 2023. Per Schifani, che liquida come “fake news” l’ipotesi dimissioni, il caso è chiuso, «e nel migliore dei modi, perché a differenza del testo originario, inammissibile perché privo di coperture e perché abrogava una legge che non c’entra nulla con la materia creando un vuoto normativo, il mio è supportato da una relazione tecnica della Ragioneria generale e da una previsione di spesa per compensare eventuali squilibri finanziari nei bilanci dei Parchi archeologi». Per Falcone, invece, il nuovo emendamento è la prova provata «della bontà del nostro operato: il tanto vituperato provvedimento De Luca, sul quale Galvagno, in maniera inappuntabile e nel pieno esercizio del suo ruolo istituzionale, ha provato a mediare, andava nella giusta direzione, tanto che oggi, dopo liti e scontri, lo stesso Schifani si accinge a riconoscere ciò che era al centro delle trattative fra la maggioranza, tra me, Galvagno, e l’assessora al Turismo Elvira Amata, e il sindaco di Taormina».