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La crisi politica al Comune di Messina: basta una mossa per vincere la partita

Messaggi, telefonate, caffè volanti, giochi di interpretazione di questa o quella intervista. Ma il punto sembra essere quello di partenza: quindici consiglieri da una parte (i “deluchiani”), quindici consiglieri dall’altra (il centrodestra “più uno”), in mezzo i due consiglieri del Pd. E da lì non ci si muove

«A questo punto non resta che vedere chi cederà per primo». La vede così uno dei protagonisti della crisi politica di Palazzo Zanca. E la vedono così in tanti, perché lo stallo continua, ma al tempo stesso non mancano –anzi, si fanno più frequenti – i movimenti dietro le quinte. Messaggi, telefonate, caffè volanti, giochi di interpretazione di questa o quella intervista. Ma il punto sembra essere quello di partenza: quindici consiglieri da una parte (i “deluchiani”), quindici consiglieri dall’altra (il centrodestra “più uno”), in mezzo i due consiglieri del Pd. E da lì non ci si muove. Per ora. Perché, sempre dietro le quinte, si fa largo la sensazione che – rifacendoci alle parole di cui sopra – qualcuno, alla fine, cederà. E se ci fossero dei bookmakers, le quote minori – e quindi le probabilità maggiori – si troverebbero in casa dell’opposizione. Tutto si deciderà nel giro di poche ore, forse addirittura a ridosso della seduta di lunedì, quella convocata da Nello Pergolizzi, attuale vicepresidente vicario, per la votazione dell’ufficio di presidenza, il grande oggetto del contendere di queste settimane. Saranno le stesse ore in cui si saprà che tipo di risultato avrà ottenuto Cateno De Luca a Taormina.

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