«Pur essendo legittimati a pronunciare la frase scontata: “l’avevamo detto”, ormai da tanti anni; e pur non essendo per nulla soddisfatti di aver avuto ragione tutte le volte in cui abbiamo invocato verità sulle effettive capacità di risanamento finanziario del comune di Messina, ci troviamo a leggere dei rilievi finali del Magistrato istruttore della Corte che potrebbero, purtroppo, porre la parola fine ad un tentativo di evitare il dissesto economico, che si protrae ormai da tanti, troppi anni». Se non è un de profundis, quello recitato da Antonella Russo e Felice Calabrò, consiglieri comunali del Pd, poco ci manca. Secondo gli esponenti Dem «i rilievi della Corte ormai sono incolmabili, perché mettono in contestazione, con motivazioni tanto gravi quanto precise, l’intera impalcatura dell’ultima riformulazione del piano. Serissime le critiche, ad esempio, alla narrazione fatta finora sulla reale entità dei debiti fuori bilancio da ripianare, che costituiscono gran pare della massa passiva. Le parole utilizzate dalla Corte sono: disordine, mancanza di coerenza e di intelligibilità, confusa esposizione, approssimazione. Sono considerate aleatorie le entrate derivanti dalla riscossione dei tributi, sono considerati non provati gli asseriti risparmi che dovrebbero ridurre il debito». Sul caso Ato3 il Pd rivendica di aver tentato con un emendamento, poi bocciato dall’Aula, di salvare il salvabile. E, ancora, «preoccupano i minori accantonamenti al fondo crediti dubbia esigibilità e al fondo contenzioso, ma ciò che preoccupa enormemente è che in tema di risultato della gestione di cassa, la Corte evidenzia come ci siano rilevanti somme vincolate che sono state utilizzate ma non reintegrate. Nella sua relazione, infatti, il dott. Urso espone “dubbi sulla veridicità della parte vincolata del risultato di amministrazione”, parla di rappresentazione non conforme alle regole contabili, evidenzia “l’utilizzo di risorse vincolate per finalità differenzi da quelle di destinazione”, e poi quantifica questo utilizzo nella enorme somma di ben 21 milioni di euro! Si parla di “possibile distrazione delle entrate disponibili dalla copertura delle passività del piano”, si rilevano “reiterati casi di eliminazione dei vincoli del risultato di amministrazione per importi molto elevati”. Leggi l'articolo completo sull'edizione cartacea di Gazzetta del Sud - Messina