«A dieci anni dalla sua cancellazione, il controverso progetto per la costruzione di un Ponte a campata unica sullo Stretto di Messina è tornato di centrale importanza nel dibattito politico e civile del nostro Paese. Il progetto, cancellato dal Governo Monti nel 2013, è stato rilanciato dall’attuale Governo. Tuttavia, un’attenta analisi dei dati, dei costi presunti dell’opera, dei suoi benefici attesi, della sua coerenza con le finalità delle strategie trasportistiche dell’Unione Europea e del suo impatto sulla finanza pubblica, non consente di considerare l’opera meritevole di realizzazione». Lo sostengono i promotori del Comitato civico “Invece del Ponte-Cittadini per lo sviluppo sostenibile dell’area dello Stretto”, che il 4 maggio terranno una conferenza stampa. La scelta di tenere l’incontro con i giornalisti a Roma, nella sala stampa della Camera dei deputati, in via della Missione, sta a testimoniare che il livello della discussione travalica ovviamente i confini dello Stretto. A introdurre l’incontro il costituzionalista, e scrittore messinese, Michele Ainis, che darà poi la parola al docente di Economia dell’Università di Messina, l’ex vicesindaco accorintiano Guido Signorino e ad Elio Conti Nibali, che è tra i fondatori del Comitato. A trarre le conclusioni il deputato “verde” Angelo Bonelli, storico oppositore della grande opera che dovrebbe collegare le due sponde dello Stretto. E intanto, lo stesso Comitato “Invece del Ponte” va all’attacco anche sul tema legato al porto di Tremestieri. «Ci risiamo – scrivono i rappresentanti –. Il Ponte come scusa per ricattare una città e condizionarne lo sviluppo. Dopo il congelamento del Prg, dopo i dubbi sull’ammodernamento della flotta pubblica dello Stretto, adesso …il porto di Tremestieri! Leggiamo dell’intenzione di risolvere la vicenda del completamento di questa opera fondamentale per la nostra città, collegandola, quindi condizionandola, al Ponte. Un vero azzardo; pare che al Ministro delle Infrastrutture lo abbiano detto persino i suoi tecnici, ma lui sembra proprio voler percorrere questa strada, emendando il suo controverso decreto. Si tratta di una polpetta avvelenata, diciamolo con chiarezza. Vorrebbe dire, infatti, che per rimettere mano al cantiere bisognerebbe aspettare l’iter di ridefinizione, approvazione e avvio dei lavori del progetto definitivo ed esecutivo del Ponte. Secondo i tempi del decreto, l’approvazione dovrebbe pervenire a metà 2024 e i cantieri aprirebbero a dicembre dello stesso anno. E nel frattempo? Lavori sospesi “per legge” per almeno due anni e mezzo, e la “liberazione” della città rinviata, appesa …al Ponte! Una follia. Se il ministro Salvini non sa dove trovare i soldi, glielo diciamo noi. L’Europa ha bocciato alcuni progetti del Pnrr, liberando centinaia di milioni, che attendono di essere urgentemente reimpiegati, e il Governo sta rinegoziando il piano di investimenti. Il completamento del porto di Tremestieri garantisce il buon utilizzo dei fondi nell’immediato: non è un progetto definitivo incompiuto, di cui attendere aggiornamenti, approvazioni, esecutivo e piano economico e finanziario; è un cantiere già aperto su progettazione pienamente approvata. Significa spesa garantita qui e subito. È sufficiente la volontà politica ed un accordo tra i ministri Salvini e Fitto ed in brevissimo tempo il cantiere del porto di Tremestieri potrà ripartire. Perché, invece del Ponte, a Messina ci sono tante opere fondamentali da attivare e, se il ministro vuole davvero il bene della nostra città, ha tutti gli strumenti e le risorse per dimostrarlo. È inaccettabile e sa di ricatto la sola idea di far credere che senza il Ponte a Messina non si muoverà un chiodo».