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Villafranca, il caso Ammendolia. Turbolenze nella maggioranza

Turbolenze e visioni poco nitide. A seguito delle dimissioni da capogruppo di maggioranza del consigliere Gianfranco Ammendolia, Piero La Tona, coordinatore del movimento "Vivere Villafranca 2.0", precisa che “il movimento è nato il 18 marzo 2022 e, quindi, ben prima delle elezioni comunali ed era ampiamente noto a tutti i componenti dell’attuale maggioranza. A luglio è stato solo ufficializzato con un comunicato stampa programmatico”. E aggiunge che il movimento “è aperto a tutti coloro che vogliono aderire, in quanto non ha posizioni preconcette. Il fatto che allo stesso abbiano preso parte alcuni consiglieri di maggioranza non risulta faccia cambiare la loro posizione all’interno dell’Amministrazione o del Consiglio perché gli stessi erano e sono all’interno del gruppo Cavallaro. Per quanto concerne la circostanza che tra i relatori di un corso di formazione, qualora si invitino esperti della più varia estrazione politica, ciò non determina alcuno schieramento da parte del movimento”.

La Tona “comprende che la novità di avviare un percorso di formazione politica per i giovani possa suscitare qualche perplessità, ma il movimento non c’entra nulla con le logiche del consiglio comunale. E se il consigliere di maggioranza Ammendolia ritiene che il gruppo sia diviso, non è certamente responsabilità di Vivere Villafranca 2.0”. Sulla vicenda è intervenuto Cavallaro. “Come sindaco - dichiara - non posso che prendere atto di quanto accaduto. Rimango sereno ma vigile a verificare che le dichiarazioni bipartisan di collaborazione e condivisione siano reali ed effettive soprattutto su temi di interesse collettivo. Certo - sottolinea - avrei preferito, in questo momento, che l’attenzione e l’impegno fossero stati rivolti a trovare soluzioni concrete ai problemi dell’Ente, piuttosto che dedicarle alle teorie accademiche tanto discusse”.

Per il consigliere Ammendolia, “i tempi e l’ufficializzazione del movimento, le esclusioni autorevoli da esso e le azioni poste in essere non si comprende a cosa vogliano portare. Certamente il movimento avrebbe potuto evitare una selezione puntuale e quasi strategica di antagonisti dell’attuale maggioranza e del programma proposto da essa. Ancor più si è fatto ricorso a portatori di interesse non proprio collettivi sia pure legittimi. Sicuramente - ribadisce il consigliere - è stato poco adeguato nei confronti della cittadinanza che, davanti a un Comune in crisi, vede una proposta formativa rappresentata da buona parte dei protagonisti di essa. A meno che non si vogliano proporre modelli e comportamenti da evitare”. Ammendolia conclude sostenendo che si tratta di iniziative che comunque guardano all’esterno del gruppo e non a renderlo più unito, compito per cui mi sono speso, salvo poi dover prendere atto ripetutamente di comportamenti contrari a tale principio. Per cui, sono state naturali e inevitabili le dimissioni da un gruppo al cui interno non c’è unione di intenti. Sicuramente io rimango fermo agli accordi elettorali, che sembrano non piacere più a tutti ma va detto chiaramente alla gente”.

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