Gesti di attenzione, questo chiede la città di Messina al governatore della Sicilia. Renato Schifani, in questi primi mesi di mandato, è stato impegnato su molti versanti e ha dovuto far fronte a incombenze, polemiche deflagrate all’improvviso (vedi il “caso Cannes”), manovre finanziarie, emergenze come l’ondata di maltempo di qualche giorno fa. Ma ha trovato il tempo, almeno finora, per recarsi in tutte o quasi le principali città dell’Isola, tranne che a Messina. Ancora si attende la sua visita ufficiale, un incontro con le istituzioni e gli enti locali, anche solo come semplice atto di cortesia. Ma ora c’è anche questo ruolo di commissario straordinario, con i poteri speciali per l’attuazione della legge sul risanamento delle baraccopoli di Messina, che gli impone di venire in riva allo Stretto, a rendersi conto personalmente di quello che si dovrà fare da qui al 2024. Sicuramente ci sarà uno scambio di consegne, con la prefetta Cosima Di Stanti, in ogni caso il presidente dovrà confrontarsi con Messina e i messinesi. L’auspicio è che non ci sia alcuna remora, derivante dal fatto che a Palazzo Zanca ci sono i “deluchiani” ad amministrare la città. Non vorremmo neppure pensarlo, anche perché in politica non si è mai amici o nemici per sempre, e lo conferma anche quanto accaduto al momento del voto sulla Finanziaria regionale, con la Giunta Schifani che ha strappato il “sì” di Cateno De Luca e del suo movimento. Il presidente deve mettere mano a un corposo “dossier” di vicende che riguardano Messina e che attengono alle competenze della Regione siciliana: dalla Falce e dalla cittadella della cultura prevista all’ex ospedale Regina Margherita alle questioni dello sbaraccamento e della riqualificazione urbana. Venga, dunque, governatore, se lo avesse dimenticato, Messina è la terza Città metropolitana dell’Isola.