“Les jeux sont faits”, adesso il destino di Messina è nelle mani della Corte dei Conti. Se avrà superato i limbo del predissesto per entrare in quella del recupero del debito da concludere nel 2033, o se sarà dichiarato il fallimento dell’ente, lo si saprà fra due mesi. Una città in attesa di giudizio? Sì, stavolta siamo all’ultimo miglio, perché ieri sera il sindaco ha inviato tutte le risposte alle richieste di approfondimenti e aggiornamenti che la magistratura contabile ha effettuato a dicembre scorso. Non più solo una vicenda amministrativa, evidentemente, perchè se dopo tutti gli sforzi fatti in questi anni dallo stesso Basile, nel suo precedente incarico e in questo attuale, dopo aver definito un pacchetto di azioni utili a evitare il default, dovesse arrivare la bocciatura, si aprirebbe un delicato tema di ordine politico. «Finalmente dopo undici anni si dovrebbe chiudere il quadro – ha detto il sindaco alla vigilia della risposta– . È l’ultima chiamata. La richiesta-risposta che ci è arrivata dalla Corte era più che altro legata a dati tabellari più che ad argomentazioni o giustificazioni vere e proprie. Ci abbiamo lavorato in questi due mesi e sono abbastanza positivo perché il percorso che abbiamo fatto è virtuoso ed è sotto gli occhi di tutti. L’ultima parola sarà quella della valutazione della Corte dei Conti di Palermo». Il riferimento è la rimodulazione effettuata a luglio, poche settimane dopo le elezioni di Basile. L’ultima massa debitoria censita è di 115 milioni, cifra dalla quale Messina deve continuare a rientrare (perché il piano di riequilibrio, nella fase di predissesto, è già stato avviato negli anni scorsi) per i prossimi 10 anni. Leggi l'articolo completo sull'edizione cartacea di Gazzetta del Sud - Messina