Diventa incandescente il clima politico di Palazzo Longano.
Fin dalla mossa iniziale di Fratelli d'Italia che ha ritirato i suoi assessori dalla giunta Calabrò per poi aumentarne il numero con la ricostituzione dell'esecutivo, il gruppo consiliare di Forza Italia, collocatosi all'apposizione, non concede tregua all'esecutivo del sindaco Pinuccio Calabrò. E così anche ieri i consiglieri del gruppo, primo firmatario il capogruppo Tommaso Pino, e poi Lidia Pirri, Carmelo Pino e Gianfranco Benenati, hanno presentato al presidente del Consiglio l'ennesima interrogazione rivolta al sindaco. I quattro forzisti chiedono a Calabrò di «accertare se l’assessore Salvatore Coppolino, così come da lui dichiarato alle testate giornalistiche, ha saldato tutte le pendenze arretrate della Tari, incluse quelle relative agli anni 2011 – 2012 -2013 – 2014 – 2015 – 2016 – 2017 – 2018; tutto ciò – spiegano – anche al fine di verificare se, al momento del giuramento attraverso il quale Coppolino è stato nominato assessore, quest’ultimo non si trovasse in una situazione di incompatibilità». La richiesta di chiarimenti, l'ennesima dopo l’interrogazione della scorsa settimana, neutralizzata dal pagamento del saldo da parte dello stesso assessore per l'importo Tari degli anni “2019-2022”, prende spunto da quanto dichiarato dallo stesso Coppolino. L'assessore, che fino allo scorso 25 gennaio figurava come espressione politica del gruppo consiliare di Forza Italia nella Giunta Calabrò, aveva assicurato «di aver già saldato tutte le pendenze arretrate appena ha avuto contezza del problema, che lui stesso aveva accertato attraverso una verifica presso l’ufficio tributi». Adesso i firmatari dell'interrogazione ritengono che «un amministratore deve essere il primo a dare il buon esempio ai cittadini sul fatto che, nonostante la situazione economica sia disastrosa in città e non solo, rispettano le regole pagando puntualmente i tributi». Si apre, dunque un nuova contrapposizione tra l’ Esecutivo e il gruppo di Forza Italia, pur ridimensionato rispetto all'originaria composizione ma senza alcun timore di mettere a rischio il delicato equilibrio su cui si regge la ricostituita Giunta.
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