Messina

Lunedì 29 Aprile 2024

Compensi aumentati a Messina, un caso aperto

Palazzo Zanca

In un inizio di mandato senza grandi sussulti, complici una maggioranza bulgara in consiglio comunale e partiti di opposizione impegnati più a rimettere insieme i cocci che approntare chissà quale strategia politica, un caso su tutti ha agitato le altrimenti stagnanti acque di Palazzo Zanca: quello relativo all’aumento delle indennità di sindaco, vicesindaco, assessori e presidente del consiglio comunale. Da qui parte l’incidente diplomatico prima e alla rottura poi con l’ex presidente di Arismè, Alessia Giorgianni. Attorno a questo argomento si sono registrati, seppur sottoforma di sussurri, i primi (e pressoché unici) malumori nell’aula consiliare, oltre a quelli, molto più rumorosi, dei presidenti di Circoscrizione, i quali “quasi” compatti (si sono defilati i più legati all’Amministrazione) si sono rivolti al Tar. Ed è questo il tema al centro del primo, vero affondo dell’opposizione, con i consiglieri del Pd, Felice Calabrò e Antonella Russo, che hanno posto precisi quesiti, in primi al sindaco Federico Basile, che richiedono risposte. Occorre fare un passo indietro e andare all’origine, alla provvedimento con il quale la segretaria generale-direttrice generale Rossana Carrubba, nelle vesti di sostituta del dirigente agli Affari generali, ha aperto la “cassaforte” comunale per dare via libera agli aumenti. Alla base c’è la legge di bilancio approvata dal Parlamento il 30 dicembre 2021, con la quale si stabiliva, nelle regioni a statuto ordinario, di parametrare ai presidenti di Regione gli stipendi dei sindaci. A fine luglio, il tempo di far riprendere confidenza con gli uffici comunali all’amministrazione Basile, ecco l’atto della Carrubba, con aumenti immediati e a “step”, a partire dal sindaco, che in un colpo solo è passato da 5.466 a 9.434 euro mensili (tutte le cifre sono lorde), che dal prossimo primo gennaio diventeranno 11.462 euro e dal primo gennaio 2024 diventeranno 14.284 euro. E a cascata gli altri: il vicesindaco (da poco più di 4 mila euro arriverà, a regime, a 10.713 euro), gli assessori e il presidente del consiglio comunale (da 3.552 a 9.285 euro, nel 2024). E gli altri? Nessun aumento automatico, almeno per ora. Né per le società partecipate (e qui è nato il caso con Arismè, che invece aveva adeguato gli stipendi, anche retroattivamente), né per i presidenti di Circoscrizione (erroneamente inseriti nella prima stesura dell’atto, tanto che al dietrofront sono seguiti i ricorsi al Tar), né per i consiglieri comunali, il cui gettone di presenza resta immutato. Sulla carta aumenta l’importo massimo mensile rimborsabile per i consiglieri, che essendo pari a un terzo dell’indennità del sindaco, può arrivare a 4.761 euro, contro i circa 1.800 euro attuali. Ma con un gettone di presenza “ingessato” a 56 euro è pressoché impossibile arrivare a quelle cifre. Leggi l'articolo completo sull'edizione cartacea di Gazzetta del Sud - Messina

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