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Messina si gioca tutte le carte in mano

Il sindaco Basile e l’assessore Caruso definiscono le linee strategiche di intervento nei settori culturale e turistico

Passò alla storia la frase di un vecchio politico e amministratore comunale: «Con la cultura non si mangia, i soldi vanno stanziati per riparare buche e tombini». Come se una cosa escludesse l’altra. Come se la manutenzione ordinaria di strade e fogne dovesse essere assicurata a scapito di iniziative ed eventi volti a far ritagliare un ruolo importante, sul piano turistico-culturale, a una delle tre più importanti Città metropolitane della Sicilia. Ma ne è passata acqua sotto i ponti...
E adesso Messina intende giocarsi tutte le carte a disposizione proprio per rilanciare quel ruolo, a cominciare dall’iter, che sarà ufficialmente avviato fra qualche giorno, per la candidatura della città dello Stretto quale “Capitale della Cultura italiana” nel 2026 o, come è più probabile, nel 2027. Ma non ci si ferma qui. Le strategie impostate dal sindaco, dall’assessore Enzo Caruso e dall’intera Giunta comunale, vanno in più direzioni, come confermato da Federico Basile, al termine di un incontro avvenuto ieri mattina con il presidente dell’associazione MedFort di Campo Calabro e fondatore di “Marco Polo Project” di Venezia, Pietrangelo Pettenò, e con Nicola Panarello, esperto in progettazione europea e Pnrr del ministero della Cultura. «Oggetto dell'incontro è stato quello di discutere di idee progettuali che coinvolgono la città di Messina come luogo centrale del Mediterraneo», spiega il sindaco. I percorsi, dunque, sono diversi, alcuni già a buon punto, altri in embrione.

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