Il tesoretto di fine anno del Comune è un po’ come la tredicesima. Pensi di poter fare mille cose con quei soldi, ma prima di tutto ti serviranno a saldare debiti e arretrati.
Sono sette i milioni che Messina avrà a disposizione in queste settimane e che deve “spendere” entro la fine dell’anno. Due vengono dalla rinegoziazione dei mutui con la Cassa depositi e prestiti e cinque sono quelli che salteranno fuori dal consuntivo del 2021 come avanzo di amministrazione. Sui primi due milioni, ottenuti grazie all’accordo che prevede il pagamento per i prossimi tre anni dei soli interessi sui prestiti effettuati con “Cdp” ( il capitale sarà restituito solo dal 2025), la destinazione appare quella del soccorso al comune per far fronte al rincaro dei prezzi.
–Sindaco Basile, come pensa di spendere questa cifra?
«Penso che debba finire in un fondo di emergenza da utilizzare per l’emergenza più impellente da affrontare. Per quanto riguarda il caro bollette del Comune, crediamo di poter arrivare a fine anno senza grandi problemi. Il Governo ci ha dato 600.000 euro che attutiranno l’effetto dell’impennata dei costi. Abbiamo avuto la certezza che l’extracosto della Tari di oltre 3 milioni non potremo rimodularlo sull’attuale piano ma dovrà essere o spalmato sui successivi anni o rivisto con il gestore dell’impianto. È probabile che quei fondi servano per avere la liquidità necessaria per avere la liquidità necessaria per pagare le fatture rincarate dello smaltimento in discarica».
– Se ne avesse avuto la disponibilità piena come li avrebbe spesi?
«Avrei garantito ai contribuenti una minore pressione fiscale».
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