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Regionali, a Messina è ancora rebus sull'ottavo seggio: e ora Scurria difende Genovese

Marcello Scurria

Ci sarà un altro clamoroso ribaltone all’Ars? L’ipotesi sta prendendo piede e sembra che Luigi Genovese possa ritornare all’Assemblea regionale siciliana, conquistando quel seggio che finora è stato attribuito alla Lega, che ha eletto il messinese Pippo Laccoto, ex Pd, ex Italia Viva, passato armi e bagagli nelle file di Matteo Salvini. Tutto, però, è ancora in evoluzione.
Il dato certo, in questa vicenda, è che il giovane Genovese, figlio di Francantonio, si è rivolto all’avvocato Marcello Scurria per far valere le proprie ragioni. E già questo è un dato clamoroso: proprio l’ex presidente di Arisme, per anni tra i più stretti collaboratori di Cateno De Luca, ora difende il rampollo della famiglia Genovese. In realtà, la battaglia è tutta interna al Centrodestra, perché il seggio ottenuto dalla lista “De Luca sindaco di Sicilia” non è più in discussione. Se Genovesse dovesse risultare eletto, sarebbe Laccoto a fargli posto, e non Alessandro De Leo che è andato a rafforzare la truppa dei deputati all’Ars capitanata da De Luca.
La situazione si era cristallizzata sul dato relativo a Luigi Genovese, candidato nelle liste degli autonomisti di Lombardo, fermo a 9.233 voti, che sono quasi il doppio di quelli raccolti da Laccoto (4.790) ma che non risulterebbero sufficienti all’elezione per il complicato meccanismo vigente. La lista di Prima l’Italia avrebbe preso complessivamente 30 voti in più di quella degli autonomisti. Ecco perché il seggio è andato a Laccoto. Ma, in realtà, nulla è ancora deciso ufficialmente e nell’entourage di Genovese si dà per certo che dal riconteggio emerga una situazione ben diversa e che la lista di Lombardo è nettamente più avanti rispetto a quella di Prima l’Italia. Scurria ha predisposto immediato ricorso e nei prossimi giorni, forse nelle prossime ore, se ne dovrebbe sapere di più. L’aspetto curioso è che nell’ultima legislatura proprio Laccoto dovette sudare le proverbiali sette camicie per entrare all’Ars, ricorrendo contro l’elezione di un suo (ex) compagno di partito, Franco De Domenico. Una guerra interna al Pd di allora. Adesso la lotta intestina è nel Centrodestra, con Laccoto sempre tra i protagonisti.

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