Messina

Domenica 28 Aprile 2024

Elezioni, il ricorso di 10 giuristi messinesi: "Si voterà con una legge incostituzionale"

Dieci giuristi messinesi, tra cui Enzo Palumbo già senatore del partito liberale e componente del Csm, sostengono che il 25 settembre si voterà con una legge elettorale incostituzionale. La loro tesi, sviluppata in un ricorso, è da quasi due anni e mezzo all’esame della Corte d’appello di Messina. Si sono già tenute sette udienze e l'ultima è stata rinviata al 20 febbraio 2023. «Siamo - sostengono i giuristi - di fronte a una sorta di gioco dell’oca tra rinvii d’ufficio a lontanissime udienze e inutili tentativi di anticiparle con reiterate istanze, in esito alle quali l'udienza è stata anticipata e nuovamente differita d’ufficio per la mancata sostituzione del giudice che doveva occuparsene». Le lungaggini del giudizio sono criticate dai giuristi, tra i quali docenti universitari e avvocati. Nel loro ricorso ricostruiscono il travagliato iter parlamentare seguito per l'approvazione del «Rosatellum» e segnalano una presunta violazione dei principi della sovranità popolare, della pari dignità e dell’eguale capacità politica ed elettorale, attiva e passiva dei cittadini. Denunciata anche la violazione dei principi di rappresentanza territoriale, tutelata dalla Costituzione con la previsione del voto personale che, secondo i ricorrenti, il «Rosatellum» non garantisce quando prescrive "l'irragionevole voto congiunto tra candidati nei collegi uninominali maggioritari e nei collegi plurinominali proporzionali, oltre che per il meccanismo di trascinamento tra candidati e liste estranei al territorio dell’elettore». A causa dei tanti rinvii, sostengono ancora i giuristi, una decisione arriverà quando il nuovo Parlamento si sarà insediato e «quindi non ci sarà più nulla da fare, almeno per la prossima legislatura, eletta con questa legge che tutti considerano pessima, e che i ricorrenti, quasi tutti di area liberale, hanno sin qui inutilmente contestato anche alla luce dei principi fissati dalla Corte costituzionale che ha dichiarato l'incostituzionalità del famoso «porcellum».

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