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Messina, nervi tesi al Comune tra segretaria e sindacati. «Serve buon senso»

Rossana Carrubba, segretario e direttore generale del Comune di Messina

«L’unica finalità è quella di effettuare le visite nei tempi disposti dallo Spresal (Servizio prevenzione e sicurezza degli ambienti di lavoro)», si sarebbe potuto trovare subito una soluzione «di buon senso, praticabile ed immaginabile», e invece, «spiace constatare come si preferisce contestare il segretario generale-direttore generale, divulgando alla stampa le note di contestazione che le organizzazioni sindacali dovrebbero, al contrario, formulare in buona fede e nell’ambito di relazioni sindacali che dovrebbero essere costruttive, serene e rivolte alla risoluzione delle problematiche». È intriso di amarezza il contenuto di una nota che, una decina di giorni fa, la segretaria generale di Palazzo Zanca, Rossana Carrubba, ha inviato ai sindacati. Il tema è quello delle visite mediche per gli agenti di polizia municipale, che aveva tenuto banco nel cuore dell’estate, con le convocazioni, diramate dal medico nominato dal Comune (l’esponente di “Sicilia Vera” e consigliere comunale di Taormina, Salvatore Abbate), in pieno periodo di ferie.
Al di là della vicenda specifica (per la quale, però viene ricordato che il datore di lavoro, con il dovuto preavviso, può modificare il periodo di ferie concesso), è significativo il richiamo al buon senso nei rapporti sindacato-vertice burocratico del Comune che arriva dalla Carrubba: «Il coinvolgimento unilaterale degli organi di stampa – scrive la segretaria-direttrice generale a Csa, Fp Cgil, Cisl Fp, Uil Fpl e Silpol – fa emergere una poco edificante immagine di un ente litigioso, ove regnano gli scontri e ove i dipendenti subiscono violazioni dei propri diritti e prerogative, laddove invece la scrivente intende esclusivamente rispettare gli obblighi di legge e, nel rispetto dell’etica professionale del segretario comunale, non è solita inviare alla stampa le proprie note di replica a chiarimento delle vostre immotivate denunce».
Un richiamo al buon senso che, scrivono in una nota di risposta i segretari di Silpol e Uil Fpl, Pippo Gemellaro, Emilio Di Stefano e Livio Andronico, lascia «sorpresi» i sindacati, secondo i quali si è al limite della «censura». I tre sindacalisti rivendicano di aver «sempre risposto presente» quando chiamato in causa, ma «a fronte di questo, unitamente ai lavoratori, abbiamo ricevuto, invece, in questi anni e con regolarità attacchi, anche pesanti, lesivi assai spesso delle nostre prerogative, che non hanno trovato sponda e difesa nei più alti vertici burocratici».
Insomma, secondo Gemellaro, Di Stefano e Andronico il richiamo al buon senso cela una «politica dei due forni»: «È di tutta evidenza che i lavoratori in generale ed anche quelli del Comune di Messina attraversano un periodo che non è tra i più floridi. Il buonsenso dovrebbe condurre all’adozione di atti distinti e distanti da quelli ricorrenti quali circolari e note che richiamano costantemente a sanzioni disciplinari, decurtazioni di stipendio e richiami anche pesanti, quasi a voler colpevolizzare a prescindere i lavoratori, non tenendo peraltro in conto che la struttura si è fortemente contratta nel numero dei dipendenti». In coda, i sindacati chiariscono di condividere «il richiamo al buon senso». I “ma” sono impliciti però evidenti. Tutti d’accordo, dunque? Forse non proprio.

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