Continua la querelle politica da parte del gruppo di opposizione “Rinasce Spadafora” sull’affidamento dei lavori alle imprese che non sono “made in Spadafora”. A tenere alti i toni è sempre il capogruppo Lillo Pistone, il quale non condivide la scelta dell’Amministrazione di non privilegiare le ditte locali. In modo particolare, il consigliere (insieme ai colleghi Pasqualina Giannone, Pinella Giacobbo e Andrea Giacobbo) contesta quanto sostenuto dalla sindaca Tania Venuto e più precisamente il fatto che «le ditte, per lavorare nella Pubblica amministrazione, hanno bisogno del Durc in regola e soprattutto devono essere iscritte nella piattaforma del Mercato elettronico (MePa)». È su questo punto che il gruppo non ci sta e non esita ancora una volta a cercare risposte. «La sindaca – precisa Pistone – a nome dell’amministrazione comunale continua non solo a mortificare le aziende spadaforesi, ma adesso quasi le “insulta” lasciando intendere che a Spadafora non vi siano ditte in regola con il Durc e iscritte al MePa. Ciò non solo non è veritiero ma è gravissimo – sostiene l’alfiere dell’opposizione –. Non risponde al vero perché, con carte alla mano, siamo in grado di dimostrare che a Spadafora le ditte che potevano essere affidatarie di tali lavori in quanto in regola con Durc e MePa ci sono eccome. Dall’altro è grave perché la sindaca, pur di giustificarsi, non ha indugiato un attimo a sminuire la capacità dei nostri imprenditori». Il caso, secondo il gruppo, necessita di opportuni chiarimenti da parte dell’amministrazione comunale.
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