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Messina, cresce l’indennità di sindaco e assessori: fino a 14.000 euro

La segretaria Carrubba: «Lo prevede la norma», l’aumento è graduale per i prossimi due anni, nulla cambia per i consiglieri

Ritocco, e che ritocco, verso l’alto delle indennità degli amministratori pubblici di Palazzo Zanca e delle circoscrizioni. È quello che contiene la determina della segretaria generale, nelle sue funzioni di direttore generale, che è stata pubblicata ieri, proprio mentre in Aula si votava il piano di Riequilibrio con cui la città si impegnava a rientrare dai debiti maturati negli ultimi decenni. Un contrappunto destinato a far discutere sul tema dei costi della politica che, fra l’altro è una delle voci dello stesso Piano.
«È un ritocco automatico imposto dalla legge» ha commentato la segretaria Rossana Carrubba. Insomma, anche volendo Basile e gli altri non avrebbero potuto farne a meno di questo ricco aumento.
Una legge regionale del maggio scorso ha infatti recepito la norma nazionale con la quale vengono rivisti i parametri economici per i sindaci. Un allineamento chiesto a gran voce dall’Anci regionale ma che, al contrario di quanto avviene nelle regioni a Statuto ordinario, non era automatico. La norma nazionale recepita parte da un punto fermo che poi è il riferimento per tutte le altre retribuzioni: il sindaco di città metropolitana è equiparato al presidente della Regione e quindi gode di una indennità di 13.800 euro lordi mensili. L’altro punto della norma è che questo aumento avviene in maniera graduale con il 45% in più della differenza fra le due cifre nel 2022, il 68% l’anno prossimo per arrivare a regime nel 2024. «L’unica facoltà – spiega Rossana Carrubba – era quella eventualmente di anticipare il 100% dell’aumento e non lo abbiamo fatto. Ma l’adeguamento era imprescindibile per legge».
Il sindaco, finora, ha guadagnato 5.466 euro e da questo mandato guadagnerà 9.434 euro lordi (11.462 nel 2023 e 14.284 nel 2024). Il netto poi dipende dall’aliquota individuale di tassazione. Il vice sindaco passa subito da 4.096 a 7.074 euro (arriverà a 10.713), gli assessori e il presidente del consiglio da 3.553 a 6.132 (fino a 9.285), il presidente di quartiere da 2.131 a 3.679 euro (5.571 nel 2024).
Chi invece non godrà dell’aumento sono i consiglieri. Il valore del gettone di presenza non è stato mutato ed è di 56,12 euro. Viene assegnato per ogni seduta di commissione o di consiglio, per un valore massimo complessivo che non può superare il 30% dell’indennità del sindaco. Ad ora, per ogni mese, vengono retribuite non più di 29 sedute per un massimale lordo di 1.561 euro che però, non viene mai raggiunto. Adesso quel tetto diventa di 2.830 euro, ma pensare che si possano fare 50 sedute al mese ( nel ‘22 che diventano 76 fra due anni) è un assurdo. Ma in proporzione cambiano anche i massimali dei cosiddetti oneri riflessi, cioè quanto può rimborsare il Comune ai datori di lavoro dei consiglieri per le ore trascorse a fare politica piuttosto che al lavoro: adesso diventa 3.144 euro.
Il consigliere di quartiere, invece, avrebbe sempre un gettone di presenza di 28,06 per ogni seduta, ma come per quelli comunali, il massimo rimborsabile è del 50% dell’indennità del presidente del quartiere. Per il il 2022 possono arrivare sino 1.839 euro, ma servirebbero numero 65 sedute, anche qui è impossibile.

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