Il tormentone di questi giorni – premio di maggioranza sì, premio di maggioranza no – non si esaurirà nel giro di poche ore, questo ormai è chiaro. Ma al di là delle orecchie tese da parte dei singoli rappresentanti di lista, attenti a captare eventuali errori o discrasie nella lettura delle preferenze sezione per sezione, nei corridoi di Palazzo Zanca non si parla d’altro, specie nei dintorni dell’aula consiliare, “casa” dell’ufficio centrale elettorale, presieduto dal magistrato Corrado Bonanzinga. E adesso l’attesa è tutta rivolta a capire cosa verrà scritto nel documento chiave di questa lunga fase: il verbale delle operazioni dell’ufficio centrale. E cioè il documento che, uno step dopo l’altro, viene compilato proprio dal presidente per verbalizzare, appunto, ogni passaggio: dal primo, l’insediamento dell’ufficio, all’ultimo, il trentacinquesimo, la chiusura e la firma. Abbiamo spulciato il più recente verbale compilato in un comune del Messinese con più di 15 mila abitanti, quello di Milazzo (nel 2020), per entrare nei meandri di una procedura che è certamente tecnica, certamente intrisa di burocrazia, ma è altrettanto decisiva per arrivare alla risposta che tutti cercano: scatterà il premio di maggioranza per la coalizione a sostegno di Federico Basile? In quei 35 punti del verbale c’è tutto ciò che è necessario mettere per iscritto. I primi punti riguardano la determinazione dei voti validi riportati dai candidati alla carica di sindaco, quindi della graduatoria, della maggioranza dei voti validi e la proclamazione del sindaco (e fino a questo punto ci siamo, la proclamazione è già avvenuta). Quindi si passa alle liste, alla «determinazione della cifra elettorale di lista o di gruppo di liste collegate» e alla «verifica del requisito per l’ammissione delle liste all’assegnazione dei seggi» (il famoso sbarramento del 5%). Passaggi, anche questi, che si sono già compiuti. Quindi si va alle preferenze, alla ripartizione dei seggi e ai due punti “critici”, il paragrafo 17 («mancanza di presupposti per l’assegnazione del 60% dei seggi») ed il paragrafo 20 («attribuzione del 60% dei seggi del consiglio»). Nel paragrafo 17 si fa esplicito riferimento, come soglia da raggiungere per ottenere il premio di maggioranza (cioè il 60% dei seggi), al 40% «dei voti validi riportati da tutte le liste o gruppi di liste in tutte le sezioni del comune», secondo quanto riportato al paragrafo 10. Paragrafo 10 nel quale sono elencati tutti i voti validi conseguiti da tutte le liste, anche quelle che non hanno raggiunto il 5%. Ed è questo, secondo quanti sostengono che non verrà assegnato il premio di maggioranza, l’elemento fondamentale. Nel paragrafo 20, in cui si ricorda che «il premio di maggioranza viene attribuito solo nel caso i n cui la lista o le liste abbiano conseguito almeno il 40% dei voti validi», non c’è invece alcun riferimento al paragrafo 10. Ed il dubbio ritorna: i voti validi sono “tutti”, quindi anche quelli conseguiti dalle liste che non hanno raggiunto lo sbarramento, oppure no? Il nodo lo scioglierà il presidente Bonanzinga. E lo metterà per iscritto nel verbale “della verità”.