Rien ne va plus. I giochi sono fatti. Oggi il silenzio elettorale, domani, dalle 7 alle 23, con una sola matita in mano, gli elettori del Comune capoluogo-Città metropolitana e degli altri 37 centri dove si torna alle urne, decideranno le sorti dei loro territori e delle amministrazioni che dovranno guidarli. Elezioni che a Messina si accompagnano anche al Referendum per l’istituzione di un nuovo Comune, Montemare, che comprende 12 frazioni degli ex XII e XIII Quartiere, villaggi collinari e rivieraschi dell’estrema zona nord. Una consultazione referendaria che determinerebbe, nel caso di vittoria dei Sì, la scissione di un terzo del Comune di Messina, con un grave “vulnus” sull’unità territoriale. Prima di addentrarci nelle sfide politico-amministrative, va evidenziato un dato, che conferma quanto si va ormai dicendo e scrivendo da anni in merito allo spopolamento e alla desertificazione dei nostri territori. Domani a Messina voteranno per le elezioni amministrative 192.072 persone. Quattro anni fa, alle urne, erano stati chiamati in 196.911. Si tratta di 4.839 elettori in meno. E a questo dato se ne aggiunge un altro: per i 5 quesiti nazionali legati ai Referendum sulla giustizia, voteranno sulla carta 179.508 persone, cioè 12.564 cittadini in meno delle Amministrative, perché il numero si riferisce alle persone che effettivamente vivono in città e hanno diritto al voto. L’emergenza demografica, accoppiata al crescente astensionismo, acquista sempre più un rilievo politico e di questo si dovrà tenere conto.
A Messina sfida a 5
Quella su Messina è una sfida a cinque, dove si giocano importanti equilibri anche a livello regionale e nazionale. I messinesi sono chiamati a scegliere tra Federico Basile (Sicilia Vera di De Luca e Prima l’Italia), Maurizio Croce (Centrodestra, senza i leghisti), Franco De Domenico (Centrosinistra), Gino Sturniolo (Messina in Comune, con Rifondazione e Partito comunista) e Salvatore Totaro (Ftl e Ucdl). Una scelta tra continuità con la Giunta De Luca (nel caso di successo di Basile) e cambiamento, ma con tanti altri temi politici sul tappeto. Quello che è certo è che Messina può diventare un rilevante laboratorio politico, con riflessi sugli scenari regionali e anche meridionali e nazionali.
Si vota in altri 37 Comuni:
Acquedolci, Alcara li Fusi, Caprileone, Castelmola, Castroreale, Cesarò, Fiumedinisi, Francavilla di Sicilia, Furnari, Gallodoro, Itala, Letojanni, Librizzi, Lipari, Malfa, Merì, Montalbano Elicona, Motta d’Affermo, Nizza, Novara, Pagliara, Pettineo, Piraino, Reitano, Roccella Valdemone, S. Pier Niceto, S. Piero Patti, S. Alessio Siculo, S. Marina Salina, S. Teresa di Riva, S. Stefano di Camastra, Saponara, Sinagra, Torrenova, Venetico, Villafranca. La competizione più attesa, e forse incerta, è quella di Lipari dove, dopo il lungo “regno” di Marco Giorgianni, si sfidano i quattro candidati a sindaco Annarita Gugliotta, Gaetano Orto, Riccardo Gullo ed Emanuele Carnevale.