Messina “laboratorio dello Stretto”: banco di prova per Centrodestra, Centrosinistra e De Luca
Le elezioni per il sindaco del Comune e della Città metropolitana di Messina hanno un’indubbia rilevanza nazionale, forse eguale a quella di Palermo. È un test che può decidere sull’evoluzione degli scenari politici dell’Isola, e più in generale del Sud, e che può determinare effetti a catena. Etichettarle come semplici elezioni amministrative è riduttivo. Lo hanno compreso un po’ tutti, anche i leader nazionali e regionali dei vari partiti e schieramenti, che sono sbarcati in riva allo Stretto.
Continuità o radicale cambiamento?
È il primo interrogativo al quale i messinesi domani daranno risposta con il loro voto. La continuità è rappresentata da Federico Basile, il 44enne ex direttore generale del Comune, che ha raccolto il testimone lasciatogli dall’ex sindaco Cateno De Luca. E lo stesso De Luca, in queste settimane, ha detto che le coalizioni avversarie hanno inteso trasformare queste Amministrative in una sorta di referendum su di lui. Se vincerà Basile, si insedierà la stessa Giunta che ha lavorato nei tre anni e mezzo con sindaco De Luca e che intende proseguire il percorso avviato. Ma non solo continuità. Se vincerà Basile, sarebbe anche una vittoria dalle proporzioni difficilmente calcolabili per lo stesso De Luca, il quale guarda già alle Regionali di novembre, per le quali intende concorrere da aspirante governatore dell’Isola. E le elezioni messinesi sono anche il primo vero banco di prova per Sicilia Vera e per la sua trasformazione nel nuovo movimento meridionalista, annunciato da De Luca assieme al patto stretto con l’europarlamentare, ex 5Stelle, Dino Giarrusso.
Test di rilevanza decisiva anche per il Centrosinistra e per il Centrodestra
Sul primo fronte, i vertici nazionali di Pd e M5S si sono mobilitati e sono arrivati a Messina Enrico Letta e Giuseppe Conte, più tanti ministri, sottosegretari, capigruppo al Senato e alla Camera. La coalizione, che ha trovato una non facile unità nella persona di Franco De Domenico, il 59enne segretario cittadino del Pd, ex direttore generale dell’Ateneo e già deputato regionale, adesso vuole vincere qui, per confermare la bontà della scelta di un accordo strutturale tra Partito democratico e movimento Cinque Stelle. Vale lo stesso discorso per il Centrodestra che ha puntato sul cinquantenne Maurizio Croce, alto dirigente statale, che in Sicilia ha guidato la struttura commissariale per la lotta al dissesto idrogeologico. A Messina i partiti di Giorgia Meloni e di Matteo Salvini hanno preso strade diverse. FdI appoggia Croce, Prima l’Italia di Nino Germanà è con Basile. Se vincerà Croce, per Fratelli d’Italia sarebbe un motivo in più per reclamare la leadership della coalizione. Al contrario, i salviniani rivendicherebbero il loro ruolo strategico per le scelte anche future, quelle che riguarderanno la Regione. E non va dimenticato che a Messina si gioca una partita nella partita: quella della componente che fa riferimento alla famiglia Genovese (Francantonio e il figlio Luigi, attuale deputato regionale) che, come confermato da ogni elezione, è una “macchina da guerra” e che si misurerà ancora una volta, quasi certamente determinando i rapporti di forza all’interno della coalizione, non solo a livello locale, ma su scala regionale. Anche la presenza degli altri due candidati in campo, Luigi Sturniolo e Salvatore Totaro, assume un particolare significato politico. Sturniolo, 60enne bibliotecario, già consigliere comunale, da decenni impegnato come attivista, vuol dimostrare l’esistenza di un fronte alternativo e antagonista a tutti gli schieramenti, compreso l’attuale Centrosinistra. E Totaro, medico 63enne, sostenuto dal movimento Ftl di Daniele Zuccarello e dall’Ucdl, rappresenta una sfida inedita di tutto quell’ampio e variegato mondo di gruppi e associazioni che ha preso piede durante gli anni della pandemia e che si è caratterizzato per la scelta delle cure domiciliari, tra dubbi e scetticismo sulla linea “pro vax” scelta dal Governo nazionale. Non è un caso che Messina è la prima città dove si presenta l’Unione cure domiciliari, diritti e libertà fondata a livello nazionale dall’avvocato napoletano Erich Grimaldi. Un test per tutti, dunque.