«Me lo ha chiesto il presidente». Con queste parole, a fine febbraio 2021, Alberto Pierobon lasciava l’assessorato regionale all'Energia e ai servizi di pubblica utilità. Non un assessorato qualunque, in Sicilia, perché è quello che si occupa di quella grande grana chiamata rifiuti. La “ragion di Stato” di Musumeci, e cioè la necessità di nominare una donna in Giunta, prevalse sulla continuità (almeno, questa fu la motivazione ufficiale). E oggi quel percorso, con Daniela Baglieri al suo posto, volge comunque al termine.
Sono trascorsi 5 anni. La Sicilia è ancora sotto il tacco delle discariche. Dov’è l’inghippo?
«Nei miei tre anni siciliani stavamo uscendo dalla nebbia, certo non ancora dal “Pronto soccorso”, ma stavamo andando nella corsia ospedaliera per guarire nell’arco di qualche anno. Basterebbe guardare al Piano rifiuti, come già redatto a fine 2018 e negli scritti che ho pazientemente prodotto, per spiegare, a chi non riesce o non vuole capire, come funzionano le cose e come potrebbero funzionare nello specifico contesto siciliano, ancorché emergenziale. Ciò senza scopiazzare Piani altrui e senza sposare le semplificazioni e letture in voga, basta volerlo. Il problema delle discariche esiste perché per realizzare gli impianti per la differenziata, in Sicilia, servirebbero veri poteri speciali per accorciare i tempi delle autorizzazioni, non è possibile che passino 7-8 anni per un impianto».
La differenziata è aumentata, anche per merito dell’impegno dei sindaci. Ma la Tari è aumentata vertiginosamente. E Catania e Palermo sono ancora a livelli irrisori. Chi frena il cambiamento?
«Sì, i sindaci sono fondamentali per la raccolta differenziata e bisogna evitare che la carenza di impianti li porti all’esasperazione con le cosiddette “emergenze” (vere o false che siano), che portano all’aumento dei costi e quindi delle tariffe. Serve razionalizzare e tagliare i rami secchi da ogni parte. Ma bisogna avere coraggio ed essere incondizionabili, pur non rifuggendo dai confronti dialettici e comunque senza assumere un approccio militaresco ai problemi. Come pure va evitato di affrontare questi problemi banalmente e con slogan o più semplicemente da incompetenti. La Tari negli ultimi anni ha frenato la crescita, ma per una forte riduzione servono impianti che evitino il trasporto per lunghi tragitti e serve mettere a regime il sistema con economie di scala».
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