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Montemare e l’unità territoriale di Messina

Il tema irrompe nelle ultime settimane prima del 12 giugno, la data in cui si voterà non solo per le Amministrative ma anche per il Referendum

La mappa dei quartieri interessati dalla scissione

Non si vota solo per il sindaco, per i consiglieri comunali o per le Circoscrizioni. Il 12 giugno, in un’unica giornata (le urne chiuderanno alle 23), i messinesi sono chiamati a esprimersi anche sulla proposta referendaria di istituzione di un nuovo Comune, denominato Montemare, che i promotori vorrebbero nascesse dalla secessione di alcuni villaggi, collinari e rivieraschi, dell’estrema zona nord. Vi farebbero parte le quattro Masse, Salice, Gesso e Castanea, insieme con Ortoliuzzo, Rodia, San Saba, Acqualadroni, Spartà, Piano Torre. Si tratta di un terzo del territorio cittadino.
Dopo che il Tar ha bocciato il ricorso del Comitato promotore, si voterà insieme con le Amministrative ed è giusto così, perché questa consultazione referendaria non è un affare per pochi, non è la pur legittima, quanto si vuole, aspirazione ad autodeterminarsi di alcuni borghi, ma è un evento politico che avrebbe ripercussioni sull’intero territorio della Città metropolitana di Messina, cambiandone radicalmente la conformazione, intervenendo sulla storia e sulla geografia del nostro Comune, così come lo conosciamo da decenni e decenni.
E, dunque, questo tema (che sarà affrontato stasera a “Scirocco”, il talk di Rtp condotto da Emilio Pintaldi, con inizio alle 20,30) non poteva, e non può, non suscitare anche l’attenzione dei cinque candidati al vertice di Palazzo Zanca. E, infatti, di Montemare ieri ne hanno discusso alcuni degli aspiranti sindaci, mentre gli altri, negli ultimi giorni, hanno ribadito la propria posizione.

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