Quali direttrici per lo sviluppo del territorio? I vertici di Sicindustria e dell’Associazione costruttori hanno le idee chiarissime: «Senza le imprese non si costruisce il futuro». Hanno chiamato i cinque candidati a sindaco per ascoltare i loro programmi e la loro visione di città, ma hanno anche consegnato un vero e proprio dossier, fatto di numeri, cifre e stringenti analisi, una sorta di vademecum che può diventare prezioso per chi si troverà a guidare Palazzo Zanca (e la Città metropolitana). «Diamo voce – afferma, in premessa, il presidente di Sicindustria Messina, Pietro Franza – a 215 imprese, 7500 addetti diretti, 2,5 miliardi di euro di fatturato, nei settori di industria, turismo, sanità, edilizia, cantieristica, trasporti, energia e servizi». Tra crisi endemica-strutturale e drammatiche congiunture (pandemia e guerra), il quadro che viene tratteggiato è da incubo. «La città di Messina, ormai da oltre un decennio – prosegue Franza –, perde circa 3mila persone l’anno, è uno dei momenti più incerti e difficili della nostra Storia. Ma noi siamo qui per proporre soluzioni. È indispensabile puntare sull’identità futura di Messina, sugli investimenti che creano occupazione e sviluppo. Il nuovo sindaco potrà contare, nella massima trasparenza e legalità, sul nostro sistema di imprese per aiutare e moltiplicare l’effetto di ogni investimenti in termini di creatività, rapidità, capacità di creazione di ricchezza. Abbiamo qui imprenditori straordinari, multinazionali, grandi e piccole aziende diventate anche leader nei vari settori». Ed ecco la ricetta di Sicindustria: 1) «Disegnare con gli “stakeholders” del territorio come dovrà essere la Messina dei prossimi anni, tramite la definizione di un Piano strategico della città e l’individuazione di nuove di aree di sviluppo e di riqualificazione urbana. 2) «Continuità amministrativa, sburocratizzazione e sblocco di autorizzazioni e investimenti già programmati». 3) «Nuovi investimenti su diverse aree del territorio in sinergia tra pubblico e privato». 4) «Azione sinergica Comune-imprese-Università e Istituti tecnici scolastici per lo sblocco del mercato del lavoro». 5) «Ottimizzazione delle aree industriali di Larderia, Villafranca e Giammoro e sviluppo delle nuove Zes». Il presidente di Ance Messina, Pippo Ricciardello, si sofferma sui nodi delle infrastrutture, a partire dalla costruzione del Ponte, dagli oltre 500 milioni di euro del Pnrr da utilizzare entro il 2026, dalla manutenzione e dalla gestione di vecchie e nuove opere. «Chiediamo tavolo di confronto, protocolli di intesa, partenariato pubblico-privato, strumenti, però, che siano non solo formali ma sostanziali ed efficaci». Domande concrete, quelle poste da Giuseppe Lupò ai candidati: «Come pensate di organizzare la macchina amministrativa per realizzare lavori programmati per 514 milioni di euro? Come volete affrontare il problema della Fiera e di tutto il comparto portuale completamente bloccato? Come si intende procedere sul fronte della rigenerazione urbana?». E a sollevare altri quesiti è Ivo Blandina, che è ai vertici di Sicindustria regionale ed è presidente della Camera di Commercio di Messina (che ha ospitato l’incontro, nell’ampio salone della Borsa), il quale ha puntato la sua attenzione soprattutto sui temi della “Blu economy”, dei trasporti, della mobilità. «Innovazione, rigenerazione, transizione ecologica, ambiente, turismo: come si trasformano le suggestioni in processi di crescita?», ha chiesto Blandina. E poi gli interventi di Nazzareno Foti, delegato di Sicindustria per il Turismo, su “Messina Città metropolitana a vocazione turistica” e di Francesco Farilla, il manager di A2A, che ha invitato a una riflessione più ampia sul ruolo del sindaco metropolitano in riferimento allo sviluppo sostenibile di aree industriali come quella di Milazzo. «La pubblica amministrazione, che resta per le imprese una controparte importantissima, deve essere governata, deve essere rapida nei tempi e deve fornire risposte univoche. Finché ciò non avverrà e fino a quando le imprese saranno costrette ad aspettare anni per ottenere risposte che dovrebbero ricevere in pochi mesi, né noi né Messina potremo essere pienamente competitivi», è il messaggio chiaro che arriva da imprenditori e costruttori. Come ribadito da Ricciardello e da Franza, «il solo Pnrr ha stanziato fondi che ammontano a più del doppio di quelli stanziati dal Piano Marshall dopo la seconda guerra mondiale. Si tratta quindi di una occasione di sviluppo e di rinascita epocale. Delle ingentissime somme che arriveranno anche a Messina, neanche un centesimo può essere mal speso o, peggio ancora, non speso. Dalla prossima Amministrazione comunale, dalla sua capacità di programmazione e di spesa, dipende il futuro delle prossime generazioni».