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Messina alle urne. De Luca attacca, Lombardo risponde: "Lo querelo. Lui parla di ricatto..."

I simboli di Nuova Dc e Movimento Nuova Autonomia erano stampati sui tabelloni piazzati, ieri pomeriggio, nel comitato elettorale di Maurizio Croce. Ma nella foto di gruppo col candidato sindaco non c’erano rappresentanti dei due partiti. L’adesione dei cuffariani non è in discussione, anche perché annunciata due giorni fa dal referente locale, Pippo Previti. Quella degli autonomisti di Raffaele Lombardo è meno certa, perché ci sono ancora riflessioni (e trattative) in corso. Una cosa è sicura: riflessioni e trattative di cui sopra non riguardano Cateno De Luca. Il quale, dopo aver piuttosto esplicitamente invitato gli indecisi a sposare la sua causa, ieri ha sbottato a modo suo. Anzi, la narrazione diventa invertita, il rifiuto è del leader di Sicilia Vera.
«No, grazie. A queste condizioni andiamo avanti da soli», dice De Luca. Che aggiunge: «Negli ultimi giorni sia il movimento di Lombardo che quello di Cuffaro sono usciti con note contrastanti. Nel giro di poche ore entrambi hanno prima spontaneamente dichiarato l’appoggio alla candidatura di Basile, per poi affrettarsi ad una repentina marcia indietro. Vi spiego cosa è successo. Sono venuti a battere cassa. Ancora una volta hanno messo sul tavolo accordi, poltrone, ma con me certi metodi non funzionano. Ho rifiutato il sostegno di Cuffaro perché ho detto chiaramente ai suoi amici che sono venuti a trovarmi che non faccio accordi con chi rappresenta a Messina la famiglia Genovese. Stesso discorso per Lombardo. Ero convito che certe vicende fossero servite per maturare ma non siete cambiati. Con me certi accordi non si fanno. Io sono contro questi sistemi, senza se e senza ma».
Quando chiediamo lumi a Raffaele Lombardo, l’ex presidente della Regione, che ci risponde al telefono mentre si sta recando alla sagra del carciofo di Ramacca («e sono appena stato a Mediterraria Expo, eccezionale»), cade dalle nuvole: «Ma di cosa parla? Guardi ho avuto sempre parole simpatiche nei confronti di Cateno, non voglio fare polemiche, anche perché non gli conviene. Lo capisco, non si ferma mai, è un tarantolato della politica. Ma ora si rassereni, si mantenga duro e puro, però mi permetta di farmi una risata sotto i baffi mentre lo dico, e auguri a tutti i candidati sindaco». Lombardo non si sbilancia nemmeno sulle scelte messinesi: «Non faremo una lista, mi parlano bene di tutti e tre i candidati, ma per il resto... voglio godermi questo libro che sto leggendo, è un libro verità su Pasolini di David Grieco. Si chiama la Macchinazione...». Ad un certo punto, però, Lombardo si fa serio: «Scherzi a parte – cambia tono –, se De Luca ha sbagliato, corregga il tiro, in caso contrario non potrò che rivolgermi all'unica istituzione deputata ad esprimersi, la magistratura. Non potrò che presentare querela contro questo signore, che non può permettersi di usare la parola ricatto nei miei confronti. Io potrei farlo, nei suoi confronti, ma non la uso».
Messaggio forte e chiaro. Così come chiara è la posizione espressa non da Totò Cuffaro, che si defila, ma da Renato Grassi, segretario politico della Nuova Dc: «A fronte delle continue dichiarazioni polemiche, non può che lasciare almeno perplessi il possibile scadimento del livello del confronto politico che si va manifestando in questo avvio di campagna elettorale. Per quanto riguarda la Dc messinese, che ha approvato un apposito documento, la linea è chiara e coerente. I dirigenti comunali del partito, pienamente legittimati, hanno ufficialmente partecipato alle riunioni della coalizione di centrodestra, aderendo al progetto politico e ribadendo l’auspicio di una convergenza unitaria su una candidatura a sindaco sostanziata da una idonea proposta programmatica. Ogni diversa iniziativa ,avviata da singoli o sollecitata da altre parti, riguarda il tentativo di operare strumentali divisioni che vanno ad alimentare il degrado che sempre più caratterizza il sistema dei rapporti e della comunicazione politica».

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