Messina

Lunedì 25 Novembre 2024

Messina, il grande risiko del consiglio comunale. Ecco i nomi in campo, tra conferme e sorprese

Ex “nemici” che ora camminano a braccetto. Compagni d’avventura che adesso sono pronti a darsi a battaglia. Corteggiamenti in corso che potrebbero determinare le fortune di una lista, se non addirittura le sorti dell’intera competizione. Se il toto-nomi dei candidati a sindaco ha tenuto banco fino a ieri (e per certi versi continua ad agitare le acque in qualche partito), non è da meno la lotteria dei candidati al consiglio comunale. Anzi, secondo alcuni è questa la partita decisiva, in una tornata elettorale che potrebbe decidersi sul filo di qualche decina di voti.

Sicilia Vera e «i baraccati»

Federico Basile e Cateno De Luca, che camminano a braccetto dai manifesti ai tour tra le baracche (e c’è da giurare che lo stesso accadrà nei comizi che contano), si giocano la carta della partenza anticipata. E anche di una segreteria politica, quella di Sicilia Vera (il quartier generale è il solito, in via Oratorio San Francesco), particolarmente attiva nella ricerca a tappeto di più candidati possibili. «Ho bisogno di candidati al comune, ci aiuti?», il testo dei messaggi whatsapp arrivati sui cellulari di molti messinesi. E molti hanno risposto sì. Un capitolo a parte lo merita la lista “Mai più baracche”, quella in cui De Luca, citiamo testualmente, vuol candidare «baraccati ed ex baraccati». Un concetto ribadito ieri, durante il tour tra le aree del risanamento, con una novità importante: i tre capilista saranno proprio Cateno De Luca, Federico Basile e l’ormai inseparabile Ismaele La Vardera, l’ex Iena candidato anche all’Ars. Resta da vedere se questo assetto verrà confermato fino al giorno della presentazione ufficiale delle liste, perché non sono esclusi ulteriori rimescolamenti.

Big e new entry con Basile

Di certo stavolta De Luca punta a superare lo sbarramento con almeno due liste. La prima è quella con i big, dagli assessori uscenti agli ex consiglieri comunali: Alessandro De Leo (che nel 2018 sfondò il muro dei mille voti con Sicilia Futura), Nello Pergolizzi, Serena Giannetto, Ciccio Cipolla e Giuseppe Schepis. Ma ci sono anche, tra gli altri, Nino Principato (Teatro Vittorio Emanuele), la new entry Liana Cannata (ex Diventerà Bellissima, oltre 800 voti nel 2018), Cosimo Oteri (quattro anni fa nella lista di Emilia Barrile), Diego Vermiglio (presidente della Fiott, la sezione turistica della Confcommercio), e la più votata, nel 2018, della lista di Fratelli d’Italia, Rosaria Rita Di Ciuccio (640 voti quattro anni fa). Non è ancora ufficiale la collocazione definitiva di Pippo Trischitta, altra new entry a sorpresa, mentre nella seconda compagine deluchiana ci sono, tra gli altri, Antonino Passari, ex consigliere provinciale del Pd, la coordinatrice della Dc Storica Sabina Scaravaggi, il segretario della Claai Luigi Spignolo. Della partita fa parte anche il Partito Repubblicano Italiano, che ha collaborato alla lista “Orgoglio Messina”, dove figura, tra gli altri, Roberto Aquila, liquidatore di Atm. Ma ci sono altre carte da scoprire, per un totale che potrebbe arrivare anche a 8 liste.

La novità “Coalizione civica”

Ad oggi sono quattro le liste certe nel Centrosinistra, ma ci sono margini per una quinta. Alle liste ufficiali di Pd e M5S si aggiungono quella “Franco De Domenico sindaco” e una delle novità di questa tornata, la “Coalizione civica per Messina”, che unisce sotto la stessa bandiera Articolo Uno, Cambiamo Messina dal Basso, MessinAccomuna, Volt, movimenti studenteschi e rete giovanile. Nel simbolo tre parole chiave, “alternativa”, “inclusiva” ed “ecologista”, e le figure di Mata e Grifone. «La denominazione coalizione – viene spiegato in una nota – è stata scelta per dare il senso che le soggettività e le esperienze che lo compongono non riunciano alla propria identità, ma la mettono a servizio di un progetto per la città». L’obiettivo è il fatidico 5%, la soglia dello sbarramento che, nel 2018, né Articolo Uno né le liste accorintiane raggiunsero. Tra i nomi più probabili in lizza, ci sono quelli dell’ex consigliera Ivana Risitano, dell’ex assessore accorintiano Federico Alagna, di Maurizio Rella e Pippo Lucchese per Art.1, oltre a Santi Interdonato.

Pd, lista sindaco e M5S

Buona parte degli uscenti si riproporrà nella lista Pd: da Felice Calabrò ad Antonella Russo, da Gaetano Gennaro a Biagio Bonfiglio, con Massimo Rizzo e Alessandro Russo che, invece, potrebbero correre nella lista “del sindaco”. Qui ci saranno anche Simona Caudo, vicinissima a De Domenico, Nino Micali (ex Cus Unime), Maurizio Guanta (già consigliere circoscrizionale), Giovanni Iannello (già Pd, poi Forza Italia, ora tornato al centrosinistra). Tra le new entry c’è Cettina Buonocore, 472 voti nel 2018, quando fu la prima dei non eletti nella lista “Ora Messina” (presentò anche un ricorso contro l’elezione di Dino Bramanti in Consiglio). Nonostante il pressing del partito, difficilmente si ricandiderà il presidente del Consiglio uscente Claudio Cardile, che potrebbe “spingere” il consigliere della seconda Circoscrizione Salvatore Sentimentale, nella lista del Pd. Il Movimento 5 Stelle ha l’onere e l’onore di dover “difendere” la medaglia di lista più votata del 2018, ma ha perso pezzi importanti, rispetto a quattro anni fa. Si riproporranno gli uscenti, da Cristina Cannistrà ad Andrea Argento fino a Pippo Fusco, ma serviranno altri portatori di voti e la lista è in fase di definizione.

Le certezze di Croce

Qui le liste a sostegno di Maurizio Croce dovrebbero essere 7-8, ma ci sono ancora le grandi incognite legate a Fratelli d’Italia e, soprattutto, alla Lega-Prima l’Italia, dopo il grande caos della giornata di ieri. Due casi sui vale la pena soffermarsi a parte. Ma ci sono delle certezze e pure di peso. La lista Croce sindaco sarà probabilmente senza uscenti, ma la decisione definitiva non è stata ancora presa. Punta dichiaratamente al “boom” la lista genovesiana Ora Sicilia: c’è il nuovo arrivato Dario Zante, strappato all’area Calderone di Forza Italia; ci sono le ex consigliere Mariella Perrone e Simona Contestabile, che nel 2018 non ce la fecero solo perché la lista in cui correvano, a sorpresa, non raggiunse il 5%; c’è l’uscente Salvatore Sorbello, tra i primi a distribuire “santini” col proprio volto e il nome di Maurizio Croce; sempre tra gli uscenti, ci sarà quasi certamente Giandomenico La Fauci, fedelissimo di Genovese, ma non Francesco Pagano; ci saranno candidati vicini (pare familiari) a Benedetto Vaccarino e Giovanna Crifò, due big che non potranno correre in prima persona per via della condanna definitiva nel processo Gettonopoli; e ci sarà la new entry Eleonora Urzì Mondo, ex Azione, da anni legata da un’amicizia personale con Emilia Barrile (che non correrà in prima persona, ma potrebbe riproporre il fedelissimo Nino Neri). Altra certezza di Croce, la lista “mista” Sicilia Futura-Udc: non mancherà il pupillo storico di Beppe Picciolo, il vicepresidente uscente Nino Interdonato, in tandem con Francesca Cacciola (subentrata in corsa in Consiglio al posto di Daria Rotolo, moglie di Federico Basile, dimessasi a metà mandato); non sarà, invece, della partita il capogruppo Pietro La Tona, che però farà comunque parte del progetto. Sarà “promosso” Franco Laimo, consigliere della 5. Circoscrizione, mentre in casa Udc, dove dietro le quinte lavorano Emilio Fragale e Calogero Leanza, tra i nomi più caldi ci sono quelli di Andrea Celi, ex membro del Crus (Comitato regionale universitario siciliano), Stellario Grippa, ingegnere, e Romana Cardile. Non mancheranno le liste di Nuova Dc e Democrazia Liberale, mentre deve fronteggiare non poche defezioni Forza Italia, che però non può fallire l’appuntamento col 5%: gli uscenti Nicoletta D’Angelo, Sebastiano Tamà e Rita La Paglia dovranno fare da traino, non ci sarà Pierluigi Parisi, ci sarà Giovanni Carbone (prima Circoscrizione), mentre sono frequenti i “corteggiamenti” nei confronti di Lino Cucè, presidente uscente della terza Circoscrizione, affinché faccia il “salto” verso Palazzo Zanca.

Fdi e Lega: le incognite

In casa Centrodestra sono convinti che Fratelli d’Italia sarà al fianco di Croce, senza indugi. Ma ancora quegli indugi persistono e hanno un peso, perché la lista di Fdi, a cui Elvira Amata e soci lavorano da tempo, promette numeri importanti: dentro ci sono l’uscente Libero Gioveni, il coordinatore Pasquale Currò, il “figlio d’arte” Salvatore Ragno, il vicepresidente di “Vento dello Stretto” Dario Carbone ed Helga Corrao, compagna dell’ex assessore deluchiano Pippo Scattareggia. Più complicato il nodo legato alla Lega-Prima l’Italia, dopo quanto successo ieri. Qui il vero dubbio è: chi “userà” il simbolo? Nino Germanà e chi gli è vicino (tra cui il gruppo che fa riferimento all’ex consigliere Nicola Cucinotta e la ormai ex commissaria provinciale dei leghisti, Daniela Bruno) o l’area più fedele alle indicazioni del segretario regionale Nino Minardo (in testa il coordinatore cittadino Nino Beninati)? Da questo dipenderà il destino di alcuni potenziali candidati della Lega, tra cui l’ex forzista Pippo Capurro, pronto a tornare nell’agone, e l’ex presidente del 5. Quartiere, Enzo La Monica. Un’incognita che coinvolge anche gli autonomisti di Lombardo, tra cui spicca l’uscente (ex M5S) Paolo Mangano. E poi sono gli “svincolati”, consiglieri ancora senza collocazione e, per questo, corteggiatissimi: Giovanni Scavello e, soprattutto Giovanni Caruso, il cui telefonino è tra i più bollenti di queste settimane.

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