Un intervento a gamba tesa di Federico Basile, in stile “deluchiano”, accende il primo scontro tra candidati alla sindacatura. Parole che rischiano già di arroventare il dibattito.
L’affondo di Federico Basile
Il candidato di Sicilia Vera non usa il fioretto ma la clava: «Per rispetto della persona e dell’avversario, ho ascoltato l’intervento di Franco De Domenico. Ovviamente non ho condiviso nulla di ciò che ha detto, ma avremo tempo per discuterne. Una cosa però mi ha veramente infastidito: la retorica sui giovani costretti a lasciare questa città e, soprattutto il silenzio, assordante quanto interessato, sulla vicenda giudiziaria relativa ai presunti concorsi truccati nella sanità, che vedrebbe coinvolto il prof. Giuseppe Navarra, fratello di quel Pietro mentore e sponsor politico di Franco De Domenico. Evidentemente la subalternità di De Domenico a chi lo ha portato all’Ars (violando pure la legge elettorale, tant’è che poi lo hanno rimandato a casa) gli impedisce di ragionare con la sua testa. Non si può però continuare con la retorica dei giovani che lasciano Messina in cerca di lavoro. Non è che, per caso, ciò dipende anche dal fatto che certi concorsi sono “truccati”? E che prima ancora di farli si sa già chi li vincerà? E dal fatto che chi li vince spesso è un figlio di papà o un raccomandato da certi gruppi di potere? Perché il caso che ho citato, è solo l’ultimo di una lunga serie e probabilmente solo la punta di un iceberg. Nel tuo prossimo intervento, caro Franco, come diceva Nanni Moretti “cerca di dire qualcosa di sinistra”, ma dilla bene».
A replicare è Russo
La replica immediata è firmata dall’esponente del Pd, Alessandro Russo, ed è altrettanto dura: «Caro “ologramma” – così il consigliere comunale si rivolge a Basile –, quando Cateno ti manda i comunicati da firmare, almeno leggili. Non è possibile che uno come te, indagato per falso in bilancio e che ha vinto un concorso all’Università, scriva certe cose…». Leggi l'articolo completo sull'edizione cartacea di Gazzetta del Sud - Messina