L’ultima parola spetterà al Consiglio comunale, ma la via sembra tracciata. Messina potrebbe essere uno dei primi comuni d’Italia a garantire una facilitazione a chi è pronto a fare un gesto nobile come quello della donazione di sangue, sangue del cordone ombelicale, del midollo osseo e degli organi tra viventi e dei tessuti. La giunta De Luca, poco prima di lasciare, ha approvato un regolamento.
Ad istruire il documento è stato l’assessorato alle politiche sociali che ha voluto puntare sulla promozione della donazione che alle nostre latitudini, sia pur in ascesa, non è ancora ai livelli che servirebbe, specie per quanto riguarda il sangue. Durante la pandemia, poi, la richiesta di trasfusioni è cresciuta ancora di più e, come si legge nelle premesse del regolamento, è stato calcolato che ogni paziente covid è dovuto ricorrere a trasfusioni di sangue e piastrine di 40 donatori.
Scorrendo gli otto articoli del regolamento, si legge come i donatori di sangue, sangue del cordone ombelicale, del midollo osseo e degli organi tra viventi e i donatori di tessuti hanno diritto ad un contributo solidaristico. Devono presentare una domanda al dipartimento servizi tributari e finanziari. Devono poter documentare di aver fatto almeno due donazioni di sangue nell’anno precedente a quello della presentazione della domanda. Per tutte le altre donazioni basta una sola occasione l’anno per ottenere il contributo.
L’attestazione dovrà essere rilasciata dai due centri trasfusionali del Martino e del Papardo o dall’Avis. Il contributo previsto è di 200 euro che «verrà imputato al pagamento della Tari dell’utenza domestica o commerciale di cui è titolare il richiedente». Se nella stessa famiglia c’è più di un donatore, dal secondo in poi il contributo è di 100 euro.
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