La prima convocazione è fissata per il 10 febbraio. E ci vorrà il Salone degli Specchi per contenere tutti i membri del nuovo organo della Città Metropolitana. Una novità che però rischia di creare un clamoroso stallo istituzionale che alla fine rischia di essere peggio del commissariamento. Il dieci febbraio è prevista la convocazione della Conferenza Metropolitana, l’organo introdotto da una norma regionale lo scorso dicembre per supplire alla “storica” mancanza del Consiglio metropolitano le cui elezioni sono state rinviate in maniera puntuale negli ultimi nove anni. Il Consiglio metropolitano rappresenta, in termini concreti, un po’ quello che è il consiglio comunale in un Comune. Viene però eletto, non dai cittadini, ma dai sindaci e dai consiglieri comunali della provincia ( un migliaio gli aventi diritto) e costituito dai rappresentanti di questa vasta platea. Le elezioni di secondo livello, sono state indette almeno sette volte, ma per diverse ragioni sono state sempre annullate. Al posto del Consiglio, ha operato un commissario. A fine dicembre la Regione decide di chiudere l’era del commissariamento e di creare, con le stesse funzioni, la Conferenza Metropolitana, nelle more delle elezioni che sono state fissate, per l’ennesima volta, a giugno prossimo. La Conferenza altro non è che l’assemblea dei 108 sindaci della provincia. A convocarla per il 10 febbraio, però, non è stato come era previsto dal dettato normativo, il sindaco metropolitano, ma un commissario ad acta, Angelo Sajeva, che ha anche preparato il regolamento provvisorio e transitorio per il funzionamento della Conferenza Metropolitana.
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