E ora Cateno De Luca rilancia. Incassata la più piena delle assoluzioni, mette nel mirino il grande obiettivo di sempre: la presidenza della Regione. Senza spazi per compromessi o giochi a rialzo perché – si è sfogato ieri tra le lacrime, nel tragitto che da Palazzo Piacentini porta al suo quartier generale di via Oratorio San Francesco, passando per la vicina piazza Duomo –, c’è un percorso da proseguire fino in fondo: «È la mia sfida finale – ha detto –. Io quello che dovevo fare l'ho fatto, ho servito la mia comunità di Fiumedinisi, che mi ha visto crescere; ho servito la comunità che mi ha adottato, Santa Teresa di Riva, e sto continuando a servire Messina, la comunità che mi ha assegnato un ruolo importante, il trampolino di lancio definitivo». Dimissioni da sindaco confermate, dunque, ma posticipate di 6 giorni. Il perché l’ha spiegato ieri sera, dal Coc della Protezione civile: «Il 5 febbraio detto il primo cittadino è stata fissata l'udienza dei sindaci della città metropolitana con Papa Francesco e voglio esserci». Dimissioni, dunque, posticipate al 17 o 18 gennaio. Ma confermate, perché la strada è tracciata: «Voglio tentare di completare questo percorso, perché non accetto che la Sicilia continui ad essere nelle mani di delinquenti, di gente che ha costruito le proprie fortune sulla politica. Non posso fermarmi, vado avanti fino in fondo. Ecco perché la marcia su Palermo parte in modo inarrestabile, e non ci sarà compromesso politico che la potrà fermare. Non sono alla ricerca di poltrone, non mi interessa fare l'assessore regionale. Sarà una velleità? Anche stavolta, saranno i cittadini a stabilirlo. Certamente non saranno i leader politici, né i battesimi romani. È stata la volontà del popolo a tenermi in piedi finora e se questa volontà continuerà ad esserci, mi porterà ad essere il sindaco di Sicilia». Leggi l'articolo completo sull'edizione cartacea di Gazzetta del Sud - Messina