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Messina, le “cose di sinistra” fatte da De Luca e un dibattito politico che si amplia

Dopo la riflessione della vicesindaca Previti, interviene il segretario di Articolo Uno. Domenico Siracusano: «Il tema del rapporto tra la Sinistra. e le periferie è dirimente. Non bisogna “andarci” ma “starci”»

«Il tema del rapporto tra sinistra e periferie è un tema serio. Andrebbe affrontato seriamente da chi ha a cuore la sinistra e le periferie». Ad affermarlo è il segretario provinciale di Articolo Uno, il partito del ministro Speranza. «Non basta andare nelle periferie urbane, culturali, sociali o digitali, ci si può andare da destra e da sinistra. È la stessa differenza che passa tra essere populisti ed essere popolari. Tra coltivare antichi retaggi, tra clientelismo e dipendenza, oppure attivare percorsi nuovi, tra riscatto e liberazione. In ogni caso più che andare nelle periferie, bisognerebbe starci, stimolando e sostenendo percorsi che, con autonomia e creatività, partano da pezzi delle comunità. Occorre riscoprire, specialmente a Messina, le potenzialità di un policentrismo fatto di storie, culture ed esperienze. Credo che questa sia la sfida che, chi guarda da sinistra le periferie, dovrebbe cogliere».
Ed è una riflessione molto seria, quella di Domenico Siracusano, che arriva a distanza di 24 ore dall’ampia analisi della vicesindaca Carlotta Previti, la quale ha preso le mosse dall’ormai famoso incontro, svoltosi sabato mattina a Pedara, tra il sindaco di Messina Cateno De Luca e il segretario regionale del Pd Anthony Barbagallo, per allargare il discorso. Carlotta Previti ha sostenuto, elencando una lista di cose fatte e progetti avviati dall’Amministrazione comunale, che il sindaco De Luca ha attuato programmi che solitamente vengono etichettati “di sinistra”, dalla transizione ecologica (il progetto di ForestaMe finanziato dal Governo con 25 milioni di euro) alla stabilizzazione dei precari, dalla raccolta differenziata e dall’impegno per eliminare le baracche agli aiuti alle nuove povertà rese ancora più drammatiche dai lunghi mesi dell’era Covid (e, dunque, Family Card e altri sostegni a famiglie e imprese).

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