"Dopo avere letto sulla stampa il comunicato diffuso dall’on. Maria Flavia Timbro, ho chiesto formalmente alla stessa, già incaricata da questa società di rappresentarla in tre giudizi, di chiarire se non ritenesse con tali esternazioni di avere violato il dovere di fedeltà, di evitare il conflitto di interessi con il cliente, di evitare cause di incompatibilità tra la vita personale e lo svolgimento dell’incarico e, in ultimo, se non ritenesse di avere leso il vincolo fiduciario che regola il rapporto tra la Messina Servizi in questo caso e l’avvocato". Lo scrive in una nota il presidente di Messinaservizi Bene Comune, Giuseppe Lombardo che aggiunge: "L’onorevole Timbro mi ha risposto la scorsa notte con una nota nella quale ha comunicato la volontà di rinunciare al mandato per ragioni di “opportunità” e perché non intende consentire ad alcuno di mettere in discussione la sua onorabilità professionale, asserendo che il rapporto fiduciario sarebbe reciprocamente venuto meno.
Nel prendere atto della comunicazione dell’avvocato Timbro rilevo non di meno l’incapacità da parte della stessa di ammettere di avere certamente creato una condizione di incompatibilità nello svolgimento degli incarichi che le erano stati conferiti dalla Messinaservizi nel momento in cui ha inteso formulare accuse pesanti e personali al sottoscritto e al CdA, che non possono essere rinnegate con la blanda motivazione di non avere mai fatto uno specifico riferimento al mio nome o alla Società medesima. Invito l’on. Timbro a presentare senza indugio questa preannunciata interrogazione parlamentare, affinché si cessi questo clima da caccia alle streghe messo in piedi dal suo partito che accusa la compagine di governo cittadino di legami e dipendenze con la chiara intenzione di suggestionare il lettore inducendolo a credere che ci siano sacche di illegalità da debellare".
E il presidente Lombardo ha concluso: "Ricevo e accetto la comunicazione di rinuncia agli incarichi da parte dell’avv. Timbro alla quale chiarisco che il rapporto fiduciario è stato infranto già nel momento in cui ha ritenuto di dubitare della legittimità della mia nomina accostando la mia figura – sia pure senza citare espressamente il mio nome – a una pretesa organizzazione con lo scopo di fare credere che vi sia un dominio assoluto da parte del Sindaco anche nella gestione delle società partecipate, in tal modo recando un’offesa personale al Cda della Messina Servizi oltre che al Sindaco e anche alla stessa Fenapi".
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