La vicenda dell’ordinanza del Garante per la protezione dei dati personali e della sanzione comminata al sindaco di Messina rischia di avere una serie di effetti destinati a incidere profondamente, non solo sui post che vengono quotidianamente pubblicati sulla sua pagina Fb da Cateno De Luca, ma sul futuro della comunicazione politica in generale. È un tema di stringente attualità, che varca i confini dello Stretto. Cosa ha disposto, in sostanza, il Garante della privacy, oltre al fatto di aver elevato una multa di ben 50mila euro, definita «abnorme» dal diretto interessato? Ha disposto, «nei confronti di Cateno De Luca in qualità di titolare della pagina Fb “De Luca sindaco di Messina”, la misura del divieto di ulteriore trattamento dei contenuti specificamente indicati in premessa o di altri eventuali contenuti analoghi, in quanto privi di misure adeguate dirette a escludere l’identificabilità dei soggetti ripresi, oltre che la diffusione di dettagli non essenziali tali da reputarsi lesivi della riservatezza e della dignità dei medesimi». Secondo il dispositivo di questa ordinanza, il sindaco non può più “postare” le azioni dirette di interventi sul territorio – i suoi famosi “blitz” – relative a sgombero di occupanti abusivi, o ambulanti, o altri soggetti che potrebbero sentirsi «lesi» nel loro diritto «alla riservatezza e alla dignità». Ma c’è di più. Leggi l'articolo completo sull'edizione cartacea di Gazzetta del Sud - Messina