«Mi è dispiaciuto non aver potuto partecipare alla conferenza stampa a Palazzo Zanca, ma l'ho dovuto fare per evitare imbarazzi, sono infatti da tempo in corso da parte dell'assessorato all'Economia accertamenti ed ispezioni su fatti e vicende amministrative di rilievo che riguardano l'Amministrazione comunale». Lo aveva dichiarato 24 ore prima, al nostro giornale, il vicepresidente della Regione siciliana Gaetano Armao. E la bomba è deflagrata. Durissima la reazione del sindaco Cateno De Luca. «Questo è tipico “mascariamento” – afferma il primo cittadino –, il messaggio intimidatorio lanciato da chi ha ruoli istituzionali e usa il suo potere con metodo politico-mafioso. Armao dice e non dice? Ve lo dico io, invece, come stanno le cose. Primo: non c’è mai stata finora alcuna ispezione al Comune su “fatti e vicende amministrative di rilievo che riguardano l’Amministrazione”. Il tema che è oggetto di quella che Armao chiama “indagine” riguarda “l’attività di controllo sui contratti di finanza derivata”. I famosi derivati, ricordate? Quelli che le Giunte comunali di qualche decennio fa, ma anche altre Amministrazioni, e la stessa Regione siciliana, attivarono mettendo a repentaglio le finanze pubbliche. Fu un disastro. E anche allora, alla Regione, Gaetano Armao era assessore al Bilancio, come lo è oggi. Noi ci siamo ritrovati in mano una patata bollente che rischiava di far saltare in aria tutti i conti di Palazzo Zanca. E siamo riusciti a chiudere definitivamente questa vergognosa pagina. Ci è costato otto milioni di euro ma siamo usciti da questo incubo, che ci era stato lasciato in eredità». E il sindaco, poi, ricostruisce alcuni passaggi. Leggi l'articolo completo sull'edizione cartacea di Gazzetta del Sud - Messina