Ponte sullo Stretto, caos in casa 5 Stelle... E c'è chi "minaccia" di togliere la fiducia al Governo
Scoppia la polemica in casa 5 Stelle sul Ponte sullo Stretto. Si è chiusa ieri, a mezzanotte circa, l'assemblea congiunta dei pentastellati convocata per discutere dell'infrastruttura e conclusa con l’invito dei capigruppo ad organizzare un "tavolo" di confronto, come preannunciato dal vice ministro alle Infrastrutture e i Trasporti Giancarlo Cancelleri. «L'impressione è che siamo tutti concordi che questo tavolo, che è anche l’idea di Giuseppe Conte, sia una buona idea: lavorerà senza pregiudizi ideologici ma sulla base di dati tecnici per capire se l’opera sia un’infrastruttura utile per il Paese e non per una Regione, perché siamo parlamentari della Repubblica e dobbiamo guardare all’interesse generale» avrebbe detto il presidente dei senatori, Ettore Licheri. Ci sarà quindi una commissione interna del Movimento 5 stelle per valutare senza «pregiudizi» ideologici l’ipotesi della costruzione del ponte di Messina, sulla quale la maggior parte dei deputati del sud sono contrari: questo, in sostanza, ha proposto il viceministro dopo aver dichiarato sulla stampa a favore di questa grande opera, non senza suscitare dissensi. Cancelleri ha detto, si è appreso, di aver sentito il leader in pectore, Giuseppe Conte: «ci siamo confrontati e siamo arrivati alla conclusione che sarebbe bene costituire una Commissione del M5s per approfondire il progetto: se si arriva ad una posizione politica ci dobbiamo arrivare senza superficialità». Da siciliani, avrebbe notato, chiediamo il rispetto da parte del Movimento nazionale. Non ci sono divisioni su questo: il no al Ponte ad una campata, di berlusconiana memoria resta, ma bisogna affrontare un progetto per il Sud» avrebbe aggiunto ancora. Sul metodo del confronto è intervenuto il presidente dei deputati pentastellati, Davide Crippa, ringraziando quanti, contrari all’uscita di Cancelleri, hanno evitato di uscire sulla stampa con la propria posizione.
Gli scontri
«Visto che della faccenda sono stati investiti i gruppi attendiamo di conoscere le modalità di istituzione del tavolo per poter gestire la partecipazione" avrebbe ancora aggiunto il capogruppo a Montecitorio Davide Crippa. Anche se a fine riunione, a microfoni aperti, in tanti parlamentari avrebbero protestato: «ma quale tavolo! Ci sono le commissioni competenti!» avrebbero fatto notare in tanti. Il reggente Vito Crimi, che ha rinunciato a chiudere perché, avrebbe detto, «sono al lavoro con gli avvocati...» avrebbe tuttavia chiarito: «quando si parla di tavolo ci riferiamo a qualcosa di più ampio e cioè della questione infrastrutturale del Sud». Resta quindi il no del Movimento 5 stelle al ponte sullo Stretto di Messina e rimane, al momento, quasi "isolata" la posizione del viceministro al Mit, Giancarlo Cancelleri, che in prospettiva non la ha affatto esclusa. E’ questa la fotografia, ad ora, che emerge dall’assemblea dei gruppi M5s, dopo la relazione al Parlamento sulla grande opera che dovrebbe collegare la Calabria alla Sicilia. Un 4 a 1, secondo fonti qualificate, che così sintetizzano il quadro a favore dei contrari. Molti gli attacchi all’esponente del governo cui hanno chiesto di chiarire che le sue frasi sono state dette a titolo personale e non corrispondono al pensiero della galassia pentastellata.
La fiducia
Fino al punto che, Giulia Grillo, ex ministro della sanità, ha addirittura messo in gioco la fiducia all’Esecutivo "dell’emergenza". «Non possiamo permetterci errori - avrebbe detto l'ex ministro - quando ancora non c'è un progetto concreto. «Chi era presente all’assemblea sul governo Draghi ricorderà che ho sostenuto la necessità di dare la fiducia ma ora, se ci sarà un sì al Ponte di Messina toglierò la fiducia al governo».
Il referendum
«Ponte sullo Stretto? Per un’opera così impattante sarebbe giusto dare la parola a chi con questa infrastruttura avrà più a che fare, i siciliani e i calabresi: facciamo un referendum, ma solo dopo che sul ponte si avranno a disposizione i principali elementi per potersi esprimere, ossia un progetto di massima, ovviamente non esecutivo o cantierabile, per cui ci vorrebbero anni». Lo afferma Giovanni Di Caro, capogruppo del M5s all’Ars, ch aggiunge: «Si mettano sul piatto costi, benefici, ricadute economiche per i territori e si faccia decidere ai cittadini, tenendo sempre presente, però che il ponte deve essere pensato come l’ultimo miglio, come punto finale di una rete di infrastrutture riammodernata e finalmente all’altezza di una società civile. Solo in quest’ottica avrebbe senso parlare di ponte. Non accetteremo compromessi al ribasso e soprattutto non intendiamo acconsentire all’opera senza garanzie di un imponente e immediato investimento in opere e infrastrutture strategiche e di compensazione, atteso che in Sicilia troppe strade versano in condizioni pietose»