«L’incarico di esperto del sindaco per il monitoraggio amministrativo-contabile delle misure del piano di riequilibrio affidato al dott. Basile potrebbe risultare rilevante per la sussistenza della fattispecie di inconferibilità». Tradotto dal burocratese: è plausibile che Federico Basile non potesse essere nominato direttore generale dal sindaco Cateno De Luca. Un dubbio sorto fin da subito, a Palazzo Zanca, e sul quale adesso pende un procedimento di vigilanza avviato dall’Anac, l’Autorità nazionale anticorruzione. La comunicazione è arrivata, in forma riservata, nei giorni scorsi al segretario generale, Rossana Carrubba, e allo stesso sindaco De Luca. La voce si è sparsa nei corridoi di Palazzo Zanca e “Gazzetta” è entrata in possesso del documento di cinque pagine nelle quali la dirigente dell’Ufficio vigilanza sull’imparzialità dei funzionari pubblici, Maria Grassini, analizza l’intera vicenda. Era stata proprio la Carrubba, l’8 marzo scorso, in qualità anche di responsabile trasparenza e anticorruzione del Comune, a chiedere un parere all’Anac. Federico Basile, in passato anche revisore dei conti, è stato nominato direttore generale il 28 ottobre scorso. Fino al giorno prima aveva ricoperto l’incarico di esperto (con un compenso di oltre 27 mila euro annui) per il monitoraggio del Piano di riequilibrio. Ed è proprio l’incrocio tra questi due ruoli a generare il dubbio dell’inconferibilità.
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