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Ponte sullo Stretto, lo strabismo dei partiti di Draghi: il bello è che governano insieme!

Il tema del collegamento stabile nello Stretto resta vitale nel dibattito politico. Ma è rumore e non si muove foglia...

Gianfranco Cancelleri e Nello Musumeci

Premessa indispensabile per qualche lettore distratto o che si sta svegliando solo ora dal letargo invernale: l’Italia è governata da una maggioranza che comprende Pd, Cinque Stelle, Forza Italia, Lega, Italia Viva e Articolo Uno-Leu. Bene, possiamo ora raccontare la paradossale giornata vissuta, per l’ennesima volta, intorno alle questioni del collegamento (in)stabile nello Stretto.

«Al premier Draghi non abbiamo chiesto mille cose da fare, ma tre-quattro cose, come un porto hub per ospitare le migliaia di navi che attraverso il Mediterraneo vanno verso il Baltico; il collegamento stabile sullo Stretto di Messina, che noi chiamiamo “Ulisse”, senza il quale non ci può essere Alta velocità, se poi non c'è un attraversamento in 3-4 minuti; ferrovie veloci e il completamento dell’anello autostradale che so essere un tema dell’agenda politica del sottosegretario alle Infrastrutture Giancarlo Cancelleri». Così ieri mattina il presidente della Regione siciliana Nello Musumeci ha ribadito la posizione della sua Giunta, che ritiene imprescindibile la costruzione del Ponte, al punto da “minacciare”, insieme con il collega governatore della Calabria, di avviare le procedure «per realizzarla, noi Regioni, quella grande opera».

«La discussione sul collegamento stabile nello Stretto non è più rinviabile». Chi lo dice? È il sottosegretario alle Infrastrutture, il siciliano Gianfranco Cancelleri, di quel partito (il M5S) che vede il Ponte come “fumo negli occhi”. Ma lui, anche prima, anche quando era all’Ars, dice di non aver mai avuto un approccio ideologico: «Al Ministero stiamo affrontando in modo laico il tema – spiega Cancelleri –, stiamo ragionando con i tecnici, non c'è la politica. Io non tifo per una soluzione o un’altra, si stanno valutando alcune opzioni. E assicuro il governatore della Sicilia Nello Musumeci: il ministro Giovannini è molto attento alla questione. Poi la politica dovrà prendere la decisione, che non è più rinviabile. Ma il Recovery plan non è l’unico strumento, ce ne saranno altri».

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