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Risanamento di Messina, quei 36 milioni “in ballo”

Il sindaco De Luca chiede all’intera deputazione regionale di sostenere gli emendamenti presentati dall’on. Lo Giudice

La Legge finanziaria della Regione siciliana approderà all’Ars dal 7 marzo. E lì si giocherà una “battaglia nella battaglia”, quella riguardante la città di Messina. Il sindaco Cateno De Luca, nei giorni scorsi, ha invitato l’intera deputazione regionale, «al di là del colore politico e delle logiche di schieramento», a sostenere gli emendamenti presentati dal deputato Danilo Lo Giudice. «Vedremo chi ha a cuore le sorti di Messina», ha aggiunto il primo cittadino. Ci sono due fronti nella sfida lanciata da Lo Giudice e De Luca. Il primo, più generale, riguarda tutti i Comuni siciliani, con la previsione dei 200 milioni di euro previsti nel Fondo perequativo, che è quello strumento che dovrebbe servire «per compensare le minori entrate determinate dalla riduzione dei tributi locali e dei canoni che gravano sugli operatori economici del territorio, fortemente penalizzati dall’emergenza sanitaria da Covid-19 e dalla crisi economica che ne è conseguita». E, sempre su questo versante, ci sono i 100 milioni di euro da destinare agli enti locali che si trovano in condizioni di dissesto o di pre-dissesto. Ma c’è l’altro fronte, che resta “caldissimo”, ed è quello del Risanamento. In attesa che dal Governo nazionale arrivino buoni notizie sulla legge speciale per Messina, Lo Giudice ha presentato tre emendamenti distinti, per aggiungere 500 mila euro alla dotazione finanziaria di A.Ris.Me, l’Agenzia del Risanamento guidata dall’avvocato Marcello Scurria; per stanziare 20 milioni di euro destinati all’acquisto di nuovi alloggi per le famiglie baraccate e altri 16 milioni e mezzo di euro finalizzati a iniziative di reinserimento sociale e lavorativo degli stessi baraccati. E questo è uno dei punti forse cruciali della nuova programmazione che l’Amministrazione comunale e A.Ris.Me intendono portare avanti.

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