La percentuale dei commenti negativi, sulla pagina “De Luca sindaco di Messina”, stavolta è di 90 contro 10, o forse ancor più alta. Sui social da alcuni giorni si è scatenata una vera e propria “rivolta” popolare contro l’ordinanza che venerdì scorso ha disposto la chiusura anticipata dei negozi e la sospensione delle lezioni in presenza in tutte le scuole.
Un coro assordante di messinesi - si legge sulla Gazzetta del Sud in edicola - che contestano i dati e le cifre esibiti dal sindaco a supporto del suo provvedimento, che lo ritengono inutile, perché non risolve il problema dei contagi, perché crea assembramenti ulteriori negli orari antecedenti le 19 e perché danneggia ulteriormente il settore del commercio già in ginocchio. Si ribellano anche i liberi professionisti e gli Ordini professionali.
De Luca sembra aver scontentato tutti o quasi. Hanno un senso queste ordinanze rispetto ai provvedimenti delle Regioni e al Dpcm governativo? Un caos che ha anche contribuito a disorientare e incattivire le comunità, lungo tutto lo Stivale. È vero, però, anche, e si deve avere l’onestà di ammetterlo, che sui sindaci sono state scaricate responsabilità enormi, senza che avessero e che abbiano gli strumenti per poter davvero gestire questo periodo di emergenza.
De Luca la sua posizione l’ha espressa in queste settimane, soprattutto dal 30 ottobre in poi: «In caso di un aggravarsi della pandemia, il nostro sistema sanitario non sarebbe assolutamente in grado di reggere». E per questi motivi, ha inteso dare un segnale forte con la sua ordinanza: «Adottiamo tutte le misure precauzionali possibili per scongiurare il disastro, tutti insieme poi usciremo dal tunnel. E ci riprenderemo».
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