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Gestione Covid a Messina, Navarra attacca Università e Policlinico

Pietro Navarra

“Improvvisazione” e “irresponsabilità”. Sono alcune delle parole forti che il deputato del Pd Pietro Navarra utilizza per giudicare la gestione dell’emergenza Covid a Messina. Un affondo che assume ancor più significato se si pensa che nel mirino finiscono soprattutto Università e Policlinico. Cioè quelle realtà che lo stesso Navarra, da ex rettore, aveva “governato” fino a due anni e mezzo fa.

Il suo successore, Salvatore Cuzzocrea, viene definito come “il bue che diceva cornuto all’asino”, in quanto, nel criticare la carenza di posti al Papardo, alcuni giorni fa, avrebbe nascosto “le inadempienze del Policlinico che, dopo le scelte di questa estate, si trova in una situazione addirittura peggiore dell’ospedale nella zona nord della città”.

Un attacco preciso, quello di Navarra, al suo successore: “Università e Poloclinico non sono stati capaci di allestire, in ben 8 lunghi mesi, i 12 posti di terapia intensiva Covid, previsti dalla programmazione regionale. Infatti, i 12 posti di terapia intensiva di cui parla il Rettore, realizzati al Padiglione C, non sembrerebbero essere attivi. Conseguentemente, la dozzina dei malati Covid attualmente ricoverati al Policlinico in terapia intensiva occuperebbero i letti della terapia intensiva generale, sottraendoli alle emergenze ordinarie dell’ospedale. Anche il Policlinico soffre pesantemente di una assoluta mancanza di programmazione. I 16 posti di terapia sub-intensiva nel Padiglione C (8 dei quali riconvertibili in terapia intensiva), i cui lavori sono stati consegnati recentemente e il cui completamento richiederà almeno qualche mese, sono frutto dell’azione del nuovo Commissario, Gianpiero Bonaccorsi, che si è dovuto confrontare, sin dal suo insediamento, con una situazione di grave deficit amministrativo e gestionale nel pieno della ripresa dell’epidemia largamente presa sotto gamba dai vertici universitari che, con superficialità, hanno sottovalutato a partire da maggio scorso le carenze strutturali del Policlinico”.

Navarra si dice “seriamente preoccupato che a Messina l’altra faccia dell’epidemia, per esempio quella che si occupa dei malati cardiologici o di quelli oncologici, possa arrecare alla salute dei cittadini più danni del Covid per l’insipienza e la mancanza di programmazione di chi avrebbe dovuto preparare la struttura assistenziale del Policlinico alla seconda ondata di contagi e non lo ha fatto, nascondendosi dietro affermazioni vuote che mostrano, purtroppo, irresponsabilità e difetto di serietà”.

Valutazioni «strumentali e inaccettabili». Così il rettore dell’Università di Messina, Salvatore Cuzzocrea, commenta il duro attacco del suo predecessore, l’attuale deputato del Pd Pietro Navarra. «In linea con le indicazioni del governo nazionale e regionale, fin dall’inizio della pandemia, l’Università e il Policlinico, con tutto il personale docente, non docente e del ruolo sanitario, si sono fatti carico delle esigenze di un’intera comunità cittadina. Ad oggi i vertici dell’azienda non hanno lesinato il loro impegno nel garantire quanto previsto dal Piano sanitario regionale, avendo accanto il Rettore e l’Università di Messina tutta. Vale la pena qui ricordare come, proprio per garantire le attività chirurgiche, al Policlinico sia stata aperta la TIPO al padiglione F e la rianimazione al padiglione H, che mette a disposizione posti di rianimazione per pazienti non Covid. Il Policlinico garantisce fin da oggi 86 posti di degenza ordinaria per pazienti Covid, che l’ attuale andamento pandemico considera come fondamentali, ed è pronto ad arrivare sino a 38 posti di rianimazione per pazienti Covid. La richiesta formulata dal Rettore, durante una riunione informale, alle altre autorità sanitarie cittadine, di predisporre l’adeguata accoglienza nelle diverse strutture della città, di tutti i pazienti, covid e non, in attuazione del piano regionale, attiene ad un semplice atto di responsabilità». Quindi il piccato contrattacco a Navarra, «la cui vicinanza istituzionale, peraltro, in questi lunghi mesi di pandemia, né l’Università né il Policlinico universitario hanno avvertito, se non in coincidenza di inutili e sterili polemiche». Per Cuzzocrea «non serve in questo periodo di pandemia utilizzare a qualunque fine esternazioni che poco hanno a che fare con la tutela della salute pubblica e alimentano inutili allarmismi nei cittadini».

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