"I patti si mantengono. La protesta è giusta se sfocia in proposta". Sabato scorso ha indossato i panni dell'incendiario, ora il sindaco Cateno De Luca si veste da pompiere. L'aria che tira in Italia è carica di pesanti nubi e gettare benzina sul fuoco sarebbe da irresponsabili. Il primo cittadino lo dice con chiarezza e lo argomenta: "Il momento è difficile per tutti ma bisogna avere la statura di svolgere il proprio ruolo con determinazione e compatibilità verso le esigenze di tutta la comunità senza imboccare percorsi sfascisti privi di concrete soluzioni". "Nell'attesa che il Governo Conte ufficializzi gli aiuti promessi, stiamo lavorando sulle nostre misure di sostegno e di rilancio per tutti i segmenti della nostra comunità perché non possiamo utilizzare le nostre energie soltanto per questa fase emergenziale perdendo di vista il futuro. Il Comune di Messina e la Città metropolitana non dispongono dei miliardi che hanno la Regione e lo Stato ma può stringere la cinghia e rinunciare definitivamente a delle momentanee entrate tributarie per contribuire ad evitare il collasso del sistema produttivo. Se fallisce il sistema produttivo buona parte delle imposte e dei tributi verranno meno per i palazzi governativi statali regionali e comunali e quindi ce ne andremo tutti a casa compreso il partito del 27 della pubblica amministrazione". "Sabato scorso - spiega De Luca - mi sono posto a capo della protesta degli imprenditori che stanno pagando il maggior prezzo di questa pandemia mettendo anche in discussione il mio ruolo istituzionale ma ho ricondotto la legittima protesta sempre nell’alveo istituzionale approfittando della disponibilità del Prefetto e del Questore che ci hanno ricevuti ed ascoltati. Entro venerdì 30 ottobre, per come promesso al tavolo con gli organizzatori della manifestazione, ufficializzerò tutti gli aiuti che posso mettere in campo e vi assicuro che non saranno da meno di quelli che altri comuni metteranno a disposizione delle rispettive comunità". Poi il messaggio finale rivolto a chi vorrebbe strumentalizzare il malcontento popolare: "I malati di protagonismo che intendono cavalcare la disperazione non avranno spazio per nessuna interlocuzione e sei il patto siglato con la manifestazione di sabato scorso sarà violato io mi vedrò costretto a non occuparmi più di aiuti al sistema delle imprese ma concentrerò le mie risorse per altre legittime e necessarie iniziative in favore della comunità, lasciando questo compito a chi ha più titolo, cioè allo Stato e alla Regione. Non dobbiamo soccombere sull'altare della disperazione e della provocazione".