E non è chiusa neppure la partita del Risanamento. Le proposte di legge speciale per cancellare definitivamente le baraccopoli messinesi sono state incardinate all’ordine del giorno della Commissione Ambiente della Camera relativo al mese di novembre. Sono diversi i disegni di legge da affrontare ma l’impegno concordato tra maggioranza e opposizione è che venga affrontato prima di dicembre anche il problema delle “favelas” in riva allo Stretto. Nei giorni scorsi qualche parlamentare aveva manifestato dubbi, ritenendo che vi siano altre priorità in questo momento nel Paese. Da qui la reazione polemica della deputata messinese Matilde Siracusano e la conseguente presa di posizione della presidente dei parlamentari di Forza Italia Maria Stella Gelmini. L’ex ministra è tra i firmatari, assieme alla stessa Siracusano, di una delle tre proposte di legge che dovrebbero confluire in un unico disegno (le altre due sono quelle presentate da Francesco D’Uva del movimento Cinque Stelle e da Pietro Navarra del Pd) e, lo ricordiamo, poco prima dell’inizio del lockdown, venne anche a Messina per un sopralluogo tra le baracche di Fondo Fucile e di Camaro. All’interno della maggioranza diventa sempre più prezioso il ruolo dei messinesi D’Uva e Navarra, i quali hanno più volte affermato di condividere, assieme ai colleghi di Forza Italia, la necessità di arrivare a un intervento legislativo speciale con lo stanziamento di risorse (ancora da quantificare) da suddividere in tre anni e con la nomina di un commissario straordinario governativo. Matilde Siracusano vorrebbe che i poteri speciali fossero affidati al sindaco Cateno De Luca con il suo braccio operativo, l’Agenzia del risanamento presieduta dall’avvocato Marcello Scurria. Ma è molto difficile che su questo punto ci si metta d’accordo, vista la contrapposizione tra M5S (in particolare) e Pd e la Giunta messinese guidata da De Luca non propriamente “amato” a Roma (la ministra Lamorgese lo ha perfino denunciato per “vilipendio” durante le settimane roventi dell’emergenza Covid). In ogni caso, qualunque sia il commissario al quale verranno assegnati i poteri in deroga alle attuali norme sui lavori pubblici, l’obiettivo è esportare anche a Messina quello che è stato definito il «modello Genova» in riferimento alla rapidità e all’efficienza dei lavori di costruzione del nuovo ponte Morandi. Con una cospicua dotazione finanziaria e con i poteri speciali, nell’arco di un triennio si può e si deve chiudere una volta per tutte il “libro nero” delle baracche a Messina.