In attesa che la legge speciale sullo sbaraccamento di Messina – con la sua dotazione finanziaria di 250 milioni di euro e con i poteri affidati a un commissario governativo per velocizzare le procedure di demolizione e di ricostruzione delle aree degradate – diventi realtà, l’Amministrazione comunale fa il punto su uno degli assi-cardine attorno ai quali ruotano i programmi del risanamento delle “favelas” messinesi. Il riferimento è alle aree di Fondo Saccà e di Fondo Fucile interessate dal “Progetto Capacity”, ideato e portato avanti dalla Fondazione di Comunità e avviato dalla precedente Giunta Accorinti. Un importante capitolo della relazione del sindaco De Luca sul secondo anno di mandato è proprio dedicato a “Capacity”, con un sottotitolo preciso: «Stiamo recuperando il tempo perduto». Intanto, c’è un annuncio: il progetto va completato entro il 3 maggio 2021. E Palazzo Zanca conta di farcela a rispettare i tempi prefissati. La dotazione finanziaria del Progetto – risalente al Bando per le Periferie – si attesta intorno agli 11 milioni e mezzo di euro. Per quanto riguarda Fondo Saccà, l’intervento prevedeva il coinvolgimento di 64 famiglie. Di queste, 52 avrebbero usufruito delle risorse finanziarie o mediante il «capitale di capacitazione» o avendo assegnati in locazione appartamenti reperiti sul mercato. Nel frattempo, si è realizzato il cosiddetto “condominio ecologico”, finanziato nell’ambito dello stesso progetto con un importo di 2 milioni 200 mila euro, costituito da 12 alloggi sperimentali costruiti con innovative tecniche ecosostenibili. Il problema, però, è nato quando, una volta completato il nuovo censimento dei nuclei familiari residenti nelle aree baraccate di Messina, si è accertato che il numero degli abitanti era superiore rispetto alle previsioni originarie. Da qui la necessità di aggiornare la situazione degli occupanti e di dare la possibilità alle famiglie prima non censite di poter presentare istanza per accedere ai benefici previsti dal Progetto Capacity. Tutto questo perché, come confermato anche in altre zone della città, non si può sbaraccare e risanare un’area se continuano ad essere abitate alcune delle baracche o delle costruzioni fatiscenti presenti in quella stessa porzione di territorio. E, dunque, i nuclei familiari di Fondo Saccà sono adesso 67. Quaranta di loro hanno accesso al “capitale di capacitazione”, 27 si sono orientati per l’acquisto di alloggi. Tutte le procedure, già espletate in parte nel 2019 (anno durante il quale sono stati assegnate le nuove abitazioni a diverse famiglie che hanno lasciato le baracche), si chiuderanno entro l’inizio di maggio del prossimo anno. E Fondo Fucile? La situazione lì è ancora più complessa. Il Progetto Capacity ha ricompreso solo una parte delle famiglie residenti in quella che è la più grande baraccopoli di Messina rimasta ancora in piedi. Si tratta di 74 nuclei familiari. La Regione siciliana ha stanziato poco più di 5 milioni di euro, una somma sufficiente per acquistare 39 alloggi. «Il completamento della riqualificazione dell’intera area di Fondo Fucile – sottolinea il sindaco De Luca – era stato ipotizzato con le risorse dei Fondi afferenti al Pon Metro». Le graduatorie dei beneficiari sono state approvate, coinvolgendo 80 famiglie tutte con i requisiti previsti dalla vecchia legge 10 del 1990 (quella che stanziò i 500 miliardi di lire per lo sbaraccamento) e altre 40 per le quali si deve comunque trovare una sistemazione. Il Progetto Capacity per Fondo Fucile consentirà in ogni caso di completare l’intervento di riqualificazione complessiva: sono 26 le famiglie che accederanno al “capitale di capacitazione” e 13 quelle che hanno optato per l’acquisto di alloggi sul mercato. «A completamento di quanto previsto dal Progetto Capacity – evidenzia ancora De Luca –, occorrerà procedere all’acquisto di 35 alloggi, fermo restando che, successivamente alla demolizione delle casette di Fondo Saccà, si potrà procedere alla realizzazione di 12 alloggi del “condominio ecologico”, consentendo non solo il raggiungimento dell’obiettivo prefissato dei 135 alloggi previsti in totale dal Progetto Capacity, ma anche un incremento sostanziale delle unità abitative da destinare al risanamento della città». Riepilogando, al momento sono state già rendicontate, cioè spese per opere realizzate, somme pari a 3 milioni 727 mila euro; altri 4 milioni 775 mila euro sono stati impegnati e saranno rendicontati entro il prossimo 31 dicembre; restano ancora da impegnare 3 milioni 140 mila euro. Così si arriva alla somma complessiva di 11 milioni 700 mila euro. Insomma, l’obiettivo è completare il Progetto Capacity entro il prossimo mese di maggio, procedendo allo sbaraccamento definitivo di Fondo Fucile e Fondo Saccà. Sarebbe un traguardo prezioso lungo l’impervia strada del Risanamento.