La presidenza del Consiglio dei ministri blocca il provvedimento del segretario generale del Comune relativo alle misure per il rientro dei dipendenti sul posto di lavoro. Vige ancora, e vigerà fino al 15 ottobre, lo stato di emergenza, dunque l'ente locale non può revocare le modalità di lavoro agile o smart working che dir si voglia. Erano stati i sindacati Csa e Cisal a rivolgersi all'Ispettorato della presidenza del Consiglio, al quale compete il monitoraggio dell'applicazione del Protocollo quadro “Rientro in sicurezza”, sottoscritto il 24 luglio 2020 dal ministro per la Pubblica amministrazione e dalle organizzazioni sindacali maggiormente rappresentative nelle pubbliche amministrazioni. «Secondo quanto segnalato - si legge nella nota firmata da Michele Palma -, l'Amministrazione comunale di Messina avrebbe revocato “con effetto immediato lo svolgimento del lavoro agile, provocando un generalizzato rientro di tutto il personale in servizio, in assenza dell'adozione del Protocollo di Ente che preveda tutte le misure di sicurezza nei luoghi di lavoro”. Nel rammentare che, con delibera del Consiglio dei Ministri del 29 luglio 2020, è prorogato, fino al 15 ottobre 2020, lo stato di emergenza in conseguenza del rischio sanitario connesso all'insorgenza di patologie derivanti da agenti virali trasmissibili”, si invita l'Ente a voler far pervenire a questo Ispettorato chiarimenti in merito a quanto segnalato». L'articolo completo sulla Gazzetta del Sud in edicola, edizione di Messina