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Messina, presentato il progetto di valorizzazione del patrimonio fortificato dello Stretto

L’Assessore alla Valorizzazione e Promozione del Patrimonio Fortificato di Messina Enzo Caruso ed il Presidente della Marco Polo Project di Venezia Pietrangelo Pettenò hanno illustrato oggi alla stampa il progetto di valorizzazione del Patrimonio Fortificato in ambito Mediterraneo, condiviso da città fortificate italiane ed europee, caratterizzato da azioni messe in atto per il recupero delle strutture fortificate, con particolare riferimento alla centralità e alla potenzialità del sistema Fortificato dello Stretto, anche in ambito nazionale ed europeo.

All’incontro hanno preso parte Alessio Bellin, presidente Coop. Sociale “La Città del Sole” di Venezia, impresa sociale nata nel 1993 per lo sviluppo di attività socio economiche nel Campo Trincerato di Mestre-Venezia; e Barbara Mordà con Veronica Calveri, rispettivamente vicepresidente e segretaria dell’Associazione di promozione sociale MedFort, recentemente creata per la promozione del patrimonio fortificato, seguendo i principi della Carta di Corfù e della Convenzione di Faro del Consiglio d’Europa.

Una “carta dei principi” era stata firmata il 17 novembre 2018 dal Comune di Corfù e dal GEIE Marco Polo System, sottoscritta successivamente da parecchi Enti, Istituzioni, tra cui il Comune di Messina ed Associazioni impegnati a vario titolo in percorsi di recupero e valorizzazione di strutture fortificate da riutilizzare per scopi sociali e culturali a beneficio delle comunità. Il 16 aprile 2019, al Forte S. Salvatore, la “Carta di Corfù” – adesione alla Rete Internazionale “FORTI che UNISCONO – FARO per i Forti” era stata sottoscritta da tutti i soggetti istituzionali e culturali che operano nelle città dello Stretto occupandosi della valorizzazione del Patrimonio Fortificato dello Stretto di Messina. Vi hanno aderito le Amministrazioni comunali di Messina, Reggio Calabria, Villa S. Giovanni e Campo Calabro; le Associazioni e gli Enti concessionari che da diversi anni si adoperano per il recupero e la valorizzazione dei Forti, le due Soprintendenze ai Beni Culturali di Messina e Reggio Calabria e altri Enti delle città dello Stretto.

Una delibera di Giunta proposta dal Sindaco Cateno De Luca ha attribuito al Comune di Messina il ruolo di capofila nella progettazione europea, in sinergia con i Comuni calabresi, i soggetti concessionari, le istituzioni culturali, e con le città fortificate dell’area euro-mediterranea. Alla firma del protocollo avevano fatto da apripista Enzo Caruso referente per l’Area dello Stretto, l’Assessore Carlotta Previti, l’architetto Veronica Calveri e Francesco Calabrò per la costa calabra.

“Il progetto di valorizzazione del Patrimonio Fortificato presentato oggi – ha sottolineato l’Assessore Caruso – è frutto di un lungo percorso in cui si è rivelato fondamentale il lavoro svolto dalle associazioni di volontariato che in questi anni hanno curato e valorizzato i Forti cittadini nonostante le difficoltà illustrando i risultati raggiunti, come l’inserimento del percorso dei Forti tra le escursioni proposte ai crocieristi che giungono a Messina. La sinergia con tutti gli attori in campo è la chiave per un percorso virtuoso di valorizzazione in cui dobbiamo continuare a credere e scommettere. La rete di valorizzazione dei forti rappresenta un’occasione di crescita, di sviluppo, di lavoro. L’Amministrazione comunale sarà sempre disponibile ad una concreta collaborazione ed al dialogo costruttivo che possa portare la città dello Stretto a fregiarsi di un ulteriore gioiello architettonico, paesaggistico e culturale che è ciò che infatti rappresenta il Sistema Fortificato dello Stretto”.

Pettenò ha sottolineato che: “La rappresentazione dello sbarco di Don Giovanni d’Austria è un evento significativo e importante non solo per l’Italia ma per l’Europa tutta. Oggi più che mai, e ogni anno sempre di più, la folgorante idea di realizzare a Messina la rievocazione storica, questa è la dodicesima edizione, non offre soltanto l’opportunità di uno spettacolo ma rappresenta un forte messaggio di cooperazione culturale a livello europeo. La memoria di Lepanto non deve simboleggiare solo l’aspetto dello scontro bellico ma dell’incontro, della capacità di mettere insieme culture, religioni, storia e tradizioni diverse e farle ritrovare dove si sono incontrate nazioni e civiltà diverse, nell’intento di diffondere un forte messaggio politico e culturale”.

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