Chiusura totale di tutte le attività di Messina ma il Viminale ferma il sindaco Cateno De Luca. Mentre il primo cittadino pubblica su Facebook l'ennesimo post provocatorio, infatti, arriva la nota ufficiale del ministero dell'Interno che riterrebbe inefficace la decisione di De Luca. LA STORIA De Luca ieri sera aveva emesso un’ordinanza con cui di fatto anticipava le misure del governo sulla chiusura dei negozi, delegando ai vigili urbani i controlli sul rispetto del provvedimento. Il ministero dell’Interno, secondo quanto si apprende, riterrebbe inefficace la decisione del sindaco. A Messina, dunque, come nel resto del Paese valgono le disposizioni del Governo. Il primo cittadino non ha però intenzione di tornare sui suoi passi: «In queste 48 ore, faremo solo delle integrazioni di carattere giuridico - conclude De Luca - che saranno rese definitivamente note domani entro le 21. La nostra ordinanza rimarrà in piedi».ù LE REAZIONI "Le misure straordinarie del premier Conte sono acqua fresca perché non garantiscono un contenimento drastico del virus e soprattutto risultano contraddittorie - scrive il primo cittadino -. Scorrendo l’elenco delle attività che secondo il governo sono ritenuti necessari perché venderebbero beni di prima necessità, non si può non rilevare l’assoluta incongruenza di una simile elencazione". "Inserire tra gli esercizi che vendono beni di prima necessità gli esercizi non specializzati di computer, periferiche, attrezzature, la vendita di articoli per illuminazione o ancora le ferramenta o ancora le profumerie, lascia davvero perplessi sul senso del significato che si intende attribuire alla dicitura ‘beni di prima necessità. Ribadisco il concetto essenziale di coprifuoco, quello che invece Conte non utilizza, rendendo il suo provvedimento monco". Il professor Antonio Saitta, consulente giuridico del ministro Provenzano, fa chiarezza sulla vicenda senza risparmiare qualche frecciata al sindaco De Luca: "L’ordinanza del Presidente Conte conferma la bontà delle mie considerazioni di ieri: Il Sindaco De Luca ha messo in piedi un’operazione cinica di propaganda politica, giuridicamente inefficace, buona solo ad accrescere la confusione e le difficoltà dei messinesi. I Sindaci possono emettere “in caso di emergenze sanitarie o di igiene pubblica a carattere esclusivamente locale le ordinanze contingibili e urgenti” (art. 50 del Testo Unico enti locali in base al quale ha agito)". "Quindi possono essere adottate solo per emergenze locali (e il Coronavirus è mondiale) e i provvedimenti devono essere urgenti (ed è ridicolo dichiarare l’urgenza e fare entrare in vigore l’ordinanza dopo due giorni). L’ordinanza del Sindaco copia in parte vecchi provvedimenti del Governo (e, quindi, è superflua) o adotta misure che non ha i poteri per fare e, comunque, in contrasto con quelli nazionali. Ad esempio, “Il divieto di ogni spostamento delle persone fisiche in entrata e in uscita dal territorio del Comune” (che significa bloccare treni, navi, pullman, autostrade, cioè isolare Messina e la Sicilia), la chiusura degli studi, anche medici, e dei laboratori di analisi, la chiusura degli ottici e delle edicole (chi rompe gli occhiali che fa? Nessuno si può più informare?). Non si capisce quali siano i settori del commercio all’ingrosso e della produzione di servizi possibili (chi rifornisce le farmacie, gli ospedali, gli alimentari, i benzinai?). Proprio per evitare questo caos, il governo con l’art. 35 del D.L. n. 9/2020 ha vietato ai sindaci di fare simili ordinanze. Mi si accusa di fare politica, di preoccuparmi della legge e non della salute dei cittadini. È esattamente il contrario: la nostra vita può essere protetta se ci comportiamo tutti con responsabilità e ragionevolezza, se rispettiamo competenze e ruoli di ciascuno. Questo vale per l’ultimo come per il primo cittadino, che invece a Messina si vanta, per chi ci vuol credere, di dettare la linea al Governo e invece aumenta solo panico e confusione con provvedimenti di pura propaganda, sostanzialmente inutili, illegittimi e quindi dannosi. Meno male che a Roma esiste un governo con la testa sulle spalle e che altri 8999 comuni d’Italia non hanno sindaci simili al nostro. Mi auguro che chi ne ha l’autorità intervenga per fare chiarezza a beneficio di tutti noi. Dura anche la presa di posizione dell'avvocato Santi Delia: "La risposta alla Signora Peppina che chiede se può aprire la Sua edicola o del Sig. Giovanni che domanda se aprire la Sua ottica non può essere trovata su facebook attendendo la diretta delle 19. L'ordinanza del Sindaco di Messina (che già non valeva nulla per un'infinità di ragioni) è già superata dal Decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri. L'ordinanza, difatti, era applicabile "per tutta la durata di efficacia del DPCM 9 marzo 2020 e dunque fino al 3 aprile 2020, salvo eventuali proroghe o revoche che venissero disposte con provvedimenti statali". "Il nuovo DPCM "Conte" dell'11 marzo da oggi in vigore, dunque, ha fatto morire prima di nascere l'ordinanza del Sindaco. Punto. E' forse il caso, tuttavia, che il Prefetto, il Presidente del Tribunale e della Corte d’Appello, le autorità di Pubblica sicurezza, i vertici della procura della Repubblica (che ancora oggi nonostante quarantena e restrizioni devono comunque reprimere reati e per farlo in primis devono dire ai cittadini che “Legge” si applica) e, perchè no, dovendo leggere ed interpretare provvedimenti normativi ed amministrativi, il nostro Consiglio dell’ordine degli Avvocati che potrebbe voler offrire un servizio ai cittadini, spieghino alla Signora Peppina ed al Sig. Giovanni chi ascoltare - continua Delia - Per conto mio non ho alcuna autorità per parlare ai cittadini ed indirizzare il “consenso”, sono un tecnico del diritto e non un politico. Chi mi legge, probabilmente, lo fa per stima, conoscenza personale o simpatia non certo perché ho un ruolo da capo popolo". "Contrastare, poi, in questi momenti di paura chi su quella paura ci sguazza promettendo di salvare il mondo è letteralmente impossibile: lo leggo dai Vs commenti sparsi qua e là. Il mio, dunque, è un appello a chi è nelle istituzioni. Una preghiera ad esercitare il proprio ruolo. Possibilmente senza urlare evitando di scatenare ancora più panico di quanto già vi sia tra la gente".