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Prostituzione e blitz a Messina, botta e risposta tra 70 donne e De Luca: "Visione pruriginosa", "Accuse ingiuste"

Polemica a Messina dopo la lettera che 70 donne messinesi hanno inviato alla Gazzetta del Sud oggi (e che si può leggere nella versione cartaceo oppure cliccando qui) per contestare l'esposizione sui social delle foto dei blitz antiprostituzione del sindaco Cateno De Luca. Le donne parlano di "Visione pruriginosa e bigotta". Ma il primo cittadino non ci sta e risponde a sua volta con una lettera di replica nella quale parla di "accuse ingiuste" (qui la lettera del sindaco).

Intanto, l'argomento diventa l'apertura del consiglio comunale di oggi. 

Merito di Antonella Russo (Pd), secondo cui “non dobbiamo e possiamo permettere la spettacolarizzazione di questo fenomeno. Affermazioni come blasonato cliente, in flagranza di, suscitano la curiosità pruriginosa dei cittadini. Il preservativo non può essere utilizzato come arcaico simbolo di qualcosa di immorale, ma come strumento importante perché tante vite si salvano con il preservativo. Nessuno di noi vorrebbe che ci fossero prostitute in giro, per necessità o altri motivi. L’assessore alle Pari opportunità batta un colpo, condivide le espressioni del sindaco? Se non ha nulla da dire rimetta la delega”.

All’intervento della Russo sono seguiti quelli di altri consiglieri: “Lo sfruttamento della donna - le parole di Cristina Cannistrà (M5S) - lo condanniamo sempre e comunque, così come condanniamo questo sistema e questa modalità di comunicazione. Non si lancino messaggi errati. Ai nostri figli dobbiamo insegnare la morale del rispetto dell’altro, non del denigrare l’altro”.

Per Salvatore Sorbello (Misto) non solo quella lettera “va sottoscritta da tutti gli uomini” ma “C’è anche un problema procedurale, perché sono atti di indagine. In quest’aula il commissario Giardina aveva chiesto scusa a nome della polizia municipale. Sono accertamenti di polizia giudiziaria a tutti gli effetti, come si può saltare in mente di pubblicarli su Facebook?”.

Secondo Pippo Fusco (M5S): “Sarebbe opportuno presentare una mozione, noi come M5S abbiamo una distanza siderale da questa visione misogina del sindaco”. E Gaetano Gennaro (Pd) ha aggiunto: “Bisogna capire se qui ormai la polizia municipale sia ridotta a strumento di propaganda dell’Amministrazione, con l’assessore che si fa fotografare mentre chiede patente e libretto. Siamo arrivati al limite, la misura è colma”. Il capogruppo del M5S Andrea Argento non ha dubbi: “Quel documento dobbiamo sottoscriverlo tutti, siamo arrivati ad un limite inaccettabile”.

Unica voce fuori dal coro, Salvatore Serra (Misto): “Lo sfruttamento della prostituzione è un reato, il sindaco non ha fatto altro che farlo emergere. Ritengo che ci sia un preconcetto perché è il sindaco a postare certe cose”.

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